Epicentro sulla zona del Matese


Tremano gli ulivi  e la terra del territorio matesino.
Non potevo non lasciare traccia, la paura è stata tanta e per me la prima volta. La sensazione regalata dal tremolio della terra è unica, com’è unico vivere i momenti intensi che la accompagnano.

L’epicentro nella zona di Piedimonte Matese, una scossa sismica di magnitudo 4.9 poco dopo le ore 18 ma per il momento - grazie a Dio - nessun danno a cose o persone. Speriamo si fermi qui, così abbiamo vissuto un’altra nuova esperienza, con tanta paura ma a lieto fine.

Il dono di Giuseppe e Dalila

L’olio ci unisce, come il Natale, appena scivolato.
Il Natale per me è gioia, ed ogni volta che ricevo “un regalo” provo delle emozioni nuove. Chi mi conosce sa. Quando ricevo in omaggio oli di qualità, da persone di qualità, per me è il massimo e lo condivido con chi mi vuole bene. L’olio unisce perché se ne condivide la storia, perché ognuno è curioso di sentire i profumi ed il sapore di quelle varietà di olive, perché si genera sorriso e contentezza quando si “strippa”; ovvero si inspira aria attraverso i denti per ossigenare e sentire le sensazioni positive di un buon olio extravergine. Indubbiamente - non me ne vogliano gli altri regali - Dalila e Giuseppe mi hanno reso felice. Sono sincero. Ho ricevuto in regalo una bella confezione da tre bottiglie di olio extravergine dell’Oleificio Cooperativo Leverano, direttamente dalla Puglia.
Quando lo ricevo, l’olio per me è come il genio della lampada, lo sfrego, riscaldo la bottiglia ed esce fuori con tutti i suoi composti volatili, i suoi profumi sempre nuovi, come per magia. Dalila e Giuseppe sono cugini, persone oliocentriche, per le quali nutro stima e grande affetto, sensibili e attenti.
Nell’olio - più che negli altri prodotti - sento il sacrificio dell’olivicoltore, perpetrato dalle mille attenzioni nell’allevare gli alberi e dal timore di ottenere dall’olivagione la giusta qualità e quantità di olio.
La Puglia, produce olio da migliaia di anni, da quando Toscana, Liguria, Spagna ed altri paesi erano privi di ulivi; dove ancora oggi, molti pugliesi, si fermano a mezzogiorno a bere un cucchiaio di olio tiepido davanti al focolare in segno di buona salute e propiziazione. L’olio che mi hanno donato proviene da quella terra, e le sensazioni che provo degustandolo sono molteplici. Quello che più mi affascina è pensare di poter gustare lo stesso olio che hanno apprezzato prima i Messapi e poi i Romani, con le stesse caratteristiche e profumi e soprattutto proveniente dalle stesse piante. Nessun’altra pianta al mondo può vantare questo primato.






Quanto più farai l'olio con olive molto acerbe, tanto più l'olio sarà ottimo

Fattoria l’Uliveto è la diretta espressione di una produzione agricola mirante alla qualità ed alla rivalutazione di pratiche naturalistiche e poco invasive. Conosco Giovanna D’Ausilio e Antonio Romano da poco tempo, quanto basta per sostenere che sono persone sincere, che stimo, appassionate e serie. Giovanna, sociologa e titolare, ha avuto fin da sempre l’idea - insieme alla voglia di vita più semplice e rurale - di produrre prodotti di qualità. Un sogno che ha tenuto preziosamente nel cassetto fino a quando ha incontrato Antonio, geologo, radicato nel contesto naturalistico, che ha erogato la giusta dose di entusiasmo per esaudirlo. L’azienda è sita nel cuore del Parco Regionale di Roccamonfina, nel Comune di Sessa Aurunca - provincia di Caserta.

L'olio di Thomas

E’ una scommessa quella di Thomas. Io lo conosco da molto tempo e credo proprio che la vincerà. Dal corso di assaggio di primo livello, da me organizzato qualche anno fa, Thomas si è appassionato all’olio più di quanto lo era prima. L’assaggio ti cambia la vita e la visione delle cose. Da circa 700 piante di olivo di molteplici varietà (frantoio, leccino, pendolino e tonda del matese) ubicate nel Comune di Gioia Sannitica - provincia di Caserta - a circa 500 metri di altezza, nasce una grande scommessa: produrre un olio eccellente. Quest’anno "di prova" abbiamo estratto un succo di oliva di tutto rispetto, fatto senza pretese, solo per conoscere i profumi e i sapori di quelle varietà di olive trapiantate da Raffaele Landolfi, nonno di Ester Pepe, moglie di Thomas,  circa 50 anni fa in quel particolare terreno incontaminato. L’ho assaggiato ieri e sono contento di aver percepito dei profumi diversi, marcati e decisi. Un extravergine dal fruttato di media intensità, con sentori floreali e netti richiami alle erbe aromatiche. Alla vista si presenta giallo dorato con riflessi verdolini, al palato è molto elegante, fine e morbido con toni di amaro e piccante armonici ed equilibrati, dal gusto vegetale di carciofo e mandorla e, in chiusura, una lieve e gradevole punta di piccante persistente, con rimandi alla mela.

E’ un olio che Thomas ha chiamato Osco, lingua parlata nel Sannio, territorio in cui coltiva le sue olive. Per quanto concerne gli abbinamenti, credo che sia un olio che si presta a svariati impieghi, da pesce e carne alla brace alle zuppe di legumi e ai funghi.

E' (quasi) tempo di Buonolio

Ci siamo incontrati Giovedì scorso con gli amici dell’associazione Duc In Altum di Gioia Sannitica, provincia di Caserta, per iniziare ad organizzare in maniera fattiva il nuovo evento di Buonolio.
Nato nell’anno 2010 da una idea dell’associazione Duc In Altum, l’evento ebbe un enorme successo, io ero il relatore principale assieme ad altri professionisti. Da allora nacque l’intesa anche per l’anno successivo e per il 2012, anno in cui organizzammo il primo premio per il miglior extravergine proposto. Il primo classificato fu una piccolissima azienda di Gioia, stupita di aver prodotto un olio eccellente e contenta di ripartecipare nel 2013. Quest’anno però sarà diverso, Buonolio cambierà espressione e si completerà, sarà la volta della prima edizione di Buonolio Salus Festival. Forse si chiamerà così. Sarà la volta di un passo importante che l’associazione gastroliArt! e l’associazione Duc In Altum faranno insieme. La location la stiamo decidendo e la saprete presto, quello che è certo è che si terrà alla fine di aprile o nei primi giorni di maggio 2014 e sarà un’intera giornata o due dedicate all’olio e al territorio. Ovviamente non mancherà il concorso che premierà i migliori extravergini sulla base di analisi chimiche e organolettiche ufficiali da laboratori accreditati. Ora sono cimentato nel programma, molto ricco e complicato, ma sono convinto che sarà un evento particolare, una grande sfida.

Extraverginità. Truffe e scandali nella filiera dell'olio di oliva

E’ indubbiamente un libro importante, unico nel suo genere. Tom Mueller, giornalista statunitense, laureato a Harvard con dottorato in Storia Medievale a Oxford, da grande appassionato di olio da olive ha scritto un libro di grande rilevanza.
Alla fine del post vi riporterò quanto disse Flavio Zaramella - presidente dei Mastri Oleari - all’autore Mueller in un momento di rabbia, parole che sono riportate anche alla fine del libro, sulla copertina che lo chiude.
Bella anche la prefazione di Milena Gabanelli, che ricorda l’inchiesta del 2002 in una memorabile puntata di Report sul falso extravergine.
Mi è piaciuto molto soprattutto per i tanti riferimenti alla cultura e alla storia, affermando l’importanza che il prodotto ha avuto nel passato occidentale ed affrontando un tema a cui io tengo molto: l’importanza della cultura di prodotto e l’educazione all’olio necessaria e del tutto assente in un paese come l’Italia.


Il mio Presepio

Se n’è sempre occupato mio padre e non è mai mancato a casa dei miei il presepio, nella rappresentazione della nascita di Gesù. E così anche a casa mia non manca, e rigorosamente creato con le mie mani da zero ha preso vita anche la mia raffigurazione della nascita di Gesù.
Fu San Francesco di Assisi che per la prima volta nel 1223 realizzo a Greccio la prima rappresentazione vivente della natività. Il presepio è una rappresentazione ricca di simboli, che spesso provengono da racconti evangelici, come il racconto di Luca nel quale si legge della mangiatoia, l’adorazione dei pastori e gli angeli in cielo.

Quando l'olio è protagonista

A ridare valore agli oli extravergini da olive, ci ha provato anche la Coldiretti Campana. Bello l’incontro energetico con la vigorosa partecipazione dei consumatori Domenica scorsa nella Villa Comunale a Napoli, dove gli extravergini Campani sono stati protagonisti di una splendida mattinata. Noi assaggiatori, di ogni provincia, siamo stati divulgatori di cultura di prodotto e di giusta informazione, fra assaggi, scambi di idee e opinioni con la gente che ululava e tristezza nell’apprendere che purtroppo c’è tanto ancora da fare nel famoso mondo dell’olio da olive. L’assaggio però è eccessivamente importante, è l’elemento chiave per poter aprire le porte ad una diversa dinamica.

I vignai del Casavecchia

Quando si incontrano produzioni eccellenti siamo a metà dell'opera. Perché dietro le produzioni eccellenti ci sono persone altrettanto eccellenti che completano la superiorità di un prodotto frutto di tanto sacrificio e un pizzico di sana follia.
L’amico Anthony Lettieri, presidente della Società “I Vignai del Casavecchia”, in occasione di un incontro, mi racconta brevemente l’attività dei viticoltori e la produzione dei loro prestigiosi Vini. Quello che più ci lega è sicuramente la passione, la tradizione e il rispetto della terra. E’ questa la ricetta della nostra piccola cooperativa mi dice Anthony.


Che confusione, sarà perchè ti amo?


Sarebbe giusto, secondo me, accettare la proposta di Deoleo fatta qualche mese fa. Loro dichiaravano di ripensare alla terminologia descrittiva dell'olio extra vergine d'oliva soppiantando quella esistente, ben venga. Lasciate l’extravergine a chi produce l’extravergine per quello che deve essere e vedrete che in questo modo il consumatore ci inizia a capire qualcosa di più. Abbiamo parlato di Alta Qualità Italiana? Adesso dobbiamo parlare di Sistema Italia di Qualità. E’ diverso, molto diverso. Come al solito abbiamo fatto un altro buco nell’acqua, come si dice, e per questo io sono assolutamente indignato.

Che ne pensate di questa idea?


Credo sia cosa buona, non lo dico con tono polemico, ma al fine di migliorare l’informazione al consumatore e anche per velocizzare la sua scelta nell’acquisto. Gli oli negli scaffali sono tantissimi e ci si perde molto facilmente. E spesso. Signori, è una considerazione pacifica, gli italiani (e non solo) sono abituati a oli inodori, incolori e grassi oppure con odori sgradevoli che confondono con l’odore dell’olio buono, e che peraltro non influenzano in alcun modo il gusto delle pietanze. Ormai è chiaro. Noi operatori del settore continuiamo - senza mai fermarci e arrenderci - a fare sensibilizzazione e cultura di prodotto, ma nel frattempo diamo anche soddisfazione alla massaia facilitandole la scelta.

La nuova etichettatura? Un po' di luce

Devo ammettere che pur lavorando in continuo aggiornamento con il mondo dell’olio, trovo difficoltà a districare  i vari nodi che si sono formati in questi mesi tra Legge Mongiello e modifiche al Regolamento 29/2012. L’olio, se fosse un essere umano, sarebbe già morto di crepacuore con tutte le vicissitudini e le pressioni che subisce ogni giorno. Non trova pace, è incredibile.

Le modifiche al Regolamento 29/2012 sulla etichettatura e sulla commercializzazione degli oli da olive – di recente comunicate – sono state approvate dal comitato di gestione Ocm unica ma non sono state ancora varate. Attendiamo quindi che lo faccia la Commissione Europea, questa volta speriamo senza alcun “Premier” che metta bastoni fra le ruote di un carro che già da solo stenta a camminare.

Che fine hanno fatto gli oli vergini?

Quest’anno mi sono ritrovato con un pò di oli non extravergini, riscontrandolo nelle analisi chimiche e organolettiche. La reazione dei produttori è stata alquanto drammatica, ma intanto è così, è un dato di fatto e bisogna prenderne atto. Questo però, genera in me una certa inquietudine, se non altro per il fatto che l’olio, se non è extravergine si debba screditare. Che l’olio extravergine rappresenti l’eccellenza e che sia il grasso alimentare più salutare non c’è dubbio, ma screditare l’olio di oliva mi sembra alquanto eccessivo e privo di ogni forma di cultura. L’olio di oliva - fino a prova contraria - viene sempre dalle olive, e per questo è un prodotto da non sottovalutare. Nella maniera più assoluta. Eppure, fateci caso, gli oli di oliva stanno pian piano scomparendo dagli scaffali, perché oggi tutti conoscono sempre di più solo l’extravergine e tutti pretendono solo l’extravergine.

Tutto è passato e tutto è presente

E’ emblematica la foto che ci immortala nell’incontro all’Istituto Agrario Statale A.S. Coppola di Piedimonte Matese - provincia di Caserta - e mi da l’opportunità di ricordare il passato, cogliendo delle belle sensazioni. 

Profondo conoscitore del territorio, è fra i professionisti più affermati, da tanti anni alle prese con l’agricoltura e la consulenza agricola e ambientale. E’ stato il principale promotore del progetto per la DOP Olio Terre del Matese, purtroppo ancora in fase di istruttoria presso il Ministero delle Politiche Agricole per assurdi cavilli burocratici. E’ l’Italia che fa l’Italia.

L'Istituto Agrario c'è



E’ andato tutto bene, anzi benissimo, all’evento organizzato dall’Istituto Agrario A. S. Coppola di Piedimonte Matese nella ricorrenza del 125° anno di fondazione dello stesso Istituto. Finalmente!

L’affluenza non è mancata, seppure le condizioni atmosferiche sono state avverse, gli amici e gli appassionati non hanno desistito alla partecipazione dell’incontro culturale e informatico dedicato al prodotto storia della nostra terra: il succo di olive.
 

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