Gli Ulivi



Una Patria senza bandiere,
gli Ulivi,
avvolti in una libertà bugiarda,
deturpati da un potere contaminato,
onorati e rispettati soltanto dal vento,
al quale ubbidiscono sempre,
pur ribellandosi.
Oltraggiati da una falsa dolcezza offerta da chi li usa per fini funzionali,

ma non li ama.

A produrre extravergine di qualità bastano pochi semplici accorgimenti. Qualche breve consiglio per ottenere buoni risultati

In olivicoltura gli accorgimenti per produrre olio di qualità sono pochi, ma non è facile ottenere un buon prodotto. Basta infatti mancare in qualche passaggio e tutto si annulla, bisogna stare attenti e non pensare che tutto viene da se. L’esperienza è senz’altro valida, per carità, ma a volte anche la presunzione fa commettere banali errori.

Curare gli alberi
L’ulivo è un albero poco esigente, ma come tutti ha bisogno di cure. Va eseguita la potatura da professionisti ogni anno, vanno monitorati gli insetti ed eseguiti i trattamenti dovuti, va concimato il terreno somministrando nutrienti necessari alla pianta per vegetare e produrre frutti.

Inerbimento e controllo delle infestanti
E’ consigliabile sempre lasciare il terreno inerbito, sia per l’efficienza produttiva in termini di qualità dell’olio e di quantità e sia per il mantenimento della sostanza organica. Il controllo della eventuale flora infestante può essere effettuato mediante sfalci, limitando la crescita in prossimità delle giovani radici degli alberi.

Gli Ulivi, nessun altro come loro

In viaggio, curioso, noto sulle montagne impervie alberi di ulivo. Sono piccole parcelle di terreno difficili da coltivare, difficili da raggiungere, terreni che dal punto di vista del reddito sarebbero da lasciare incolti. Da quello paesaggistico invece, sarebbero da valorizzare e (magari) meriterebbero più attenzione anche dalle Istituzioni. Insomma, lì dove nessuno può arrivare è posto per gli ulivi, loro non dicono (quasi) mai di no, si adattano a tutto e non sono neppure molto esigenti! Quale altro albero produttivo permette di poter utilizzare terreni abbandonati o semplicemente non adatti ad altre coltivazioni? Nessuno, credo, e oltretutto potrebbe essere una valida alternativa per gli agricoltori che hanno necessità di riconvertire la produzione aziendale.

La coltivazione dell'ulivo offre una marea di opportunità che noi, ahimè, non sappiamo proprio cogliere, soprattutto nei luoghi che si prestano magnificamente. Non dico che si potrebbe campare di ulivo e olio ma certamente con la diffusione dell'ulivo si potrebbero avere delle importanti ricadute anche per quanto riguarda la valorizzazione e la promozione del territorio in chiave turistica. È risaputo che gli ulivi, insieme ai vigneti, producono un paesaggio molto apprezzato nell'immaginario turistico, che aumenta la propria suggestione grazie alla vicinanza delle alte montagne. Pensate ai muretti a secco abbandonati, a riprenderli e ristrutturarli, sarebbe magnifico poterli far rivivere.

Infine non tralascio neppure il marketing, avendo la possibilità di produrre per esempio "l'extravergine di montagna", diverso per caratteristiche chimico-fisiche rispetto a quello prodotto dalla stessa varietà ma in zone di pianura o collina. L’olio prodotto in montagna ha, per vari motivi, un accumulo in sostanze antiossidanti e nutritive superiore e questo potrebbe essere una leva importante. Esperti del settore dicono che la presenza di queste sostanze antiossidanti (composti polifenolici) si incrementa in situazioni di stress dell’albero che avviene proprio nelle zone di maggiore altitudine.

Salvare l’olivicoltura di montagna è lungimirante, ma incrementarla è saggio.

DOP e IGP: l'Italia dalle grande produzioni, ma i consumatori non conoscono neppure il significato e le differenze dei marchi di qualità

E’ giusto che l’Italia vanti un primato nel riconoscimento di prodotti di qualità, essendo un paese – il nostro – ricco di produzioni tipiche di specifiche aree geografiche. Abbiamo il primato, nessuno come noi, con più di 280 prodotti fra DOP e IGP. Un grande risultato che nonostante tutto continua a crescere. Se però andiamo ad analizzare i risultati che queste certificazioni hanno portato negli anni ci rendiamo conto di stare in una situazione un po’ triste, soprattutto perché i primi a non riconoscere il primato italiano sono proprio i consumatori italiani.

Kerres, puro extravergine proveniente dalla storia

Chi mi conosce sa che quando parlo di olio estratto dalle olive metto in primo piano il passato, essendo l’ulivo un albero che vanta più di 6000 anni di storia. Ho conosciuto questa piccola e importante produzione olearia in occasione della seconda edizione del Buonolio Salus Festival e ne ho apprezzato da subito la qualità. Al primo assaggio.

Si tratta di un olio extravergine di oliva da agricoltura Biologica che la titolare Manuela Pingue insieme al suo più stretto collaboratore, il fratello Raffale Pingue, hanno chiamato Dea, in onore di Cerere, divinità materna della terra e della fertilità ma anche dea della nascita, poiché tutti i fiori, la frutta e gli esseri viventi erano ritenuti suoi doni e si pensava avesse insegnato agli uomini la coltivazione dei campi. Per questo veniva solitamente rappresentata come una matrona severa e maestosa, nonché bella e affabile, con una corona di spighe sul capo, una fiaccola in una mano e un canestro ricolmo di grano e di frutta nell'altra. Particolari che si possono notare ed apprendere in etichetta.

Registro telematico degli oli, una guida con esempi di compilazione

Non è affatto semplice, soprattutto per i meno pratici, utilizzare correttamente il registro telematico degli oli, disponibile nel “Portale dell’Olio d’Oliva” del Sistema Informativo Agricolo Nazionale (SIAN). E così, dopo ripetute sollecitazioni da parte degli utenti, l’ICQRF - organo tecnico di controllo ufficiale del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali - ha predisposto una apposita guida ben dettagliata che raccoglie degli esempi di compilazione del registro predisposti sulla base dei quesiti posti dall’utenza e inoltrati proprio all’ICQRF. Con tale guida infatti si è cercato di rendere più semplice la modalità di registrazione delle varie operazioni.

La guida è stata redatta dagli ispettori Roberto Ciancio e Roberta Capecci e sarà soggetta ad integrazioni ed aggiornamenti. QUI potete scaricare il documento.

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