Ultimamente
si parla solo di olio tunisino e dell’importazione senza dazi doganali delle 35.000 tonnellate di olio approvate dal
Parlamento Europeo, ce n’è davvero per tutti e di tutti i gusti. Soprattutto è
la politica italiana a primeggiare questa scena, con dichiarazioni eclatanti
del tutto prive di ogni fondamento. Fermo restando che siamo tutti a favore dell’agricoltura italiana e
al consumo delle produzioni eccellenti del nostro Bel Paese, c’è da essere
coerenti e coscienti e prendere atto della realtà. Con tutto il clamore delle
notizie sono molti i consumatori che hanno paura dell’olio che mangiano,
pensando chissà quale “monnezza” gli porteranno sulle tavole. Come sono molte
le forze politiche e le associazioni di categoria a proclamare danni
all’economia italiana e al settore agricolo, in particolare quello dell’olio.
Operativo il piano olivicolo. Martina: 32 milioni di euro per salto di qualità. Prima volta di un piano nazionale per l'olio italiano
Comunicato stampa Mipaaf: Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali comunica
che è stato approvato oggi in Conferenza Stato Regioni il primo piano olivicolo
nazionale.
Il Piano, previsto dall'articolo 4 del DL 51/2015, prevede misure operative che puntano all'incremento della produzione nazionale di olive e olio extravergine di oliva, alla promozione e valorizzazione dei prodotti e ad una più forte organizzazione della filiera nazionale.
"Con l'approvazione per la prima volta del piano olivicolo nazionale - ha affermato il Ministro Maurizio Martina - iniziamo a definire una strategia produttiva che mancava da troppi anni in Italia. L'obiettivo condiviso con tutta la filiera è migliorare sotto il profilo della qualità e della quantità. Abbiamo deciso di investire 32 milioni di euro per aiutare la riorganizzazione del settore olivicolo e oleario italiano, con un piano che potrà essere ulteriormente supportato con le risorse regionali dello sviluppo rurale. Il nostro lavoro non si ferma qui. Con l'accordo di filiera siglato poche settimane fa ci sono tutte le premesse per dare futuro al comparto, guardando anche alle opportunità e al lavoro da fare a livello internazionale."
Il Piano, previsto dall'articolo 4 del DL 51/2015, prevede misure operative che puntano all'incremento della produzione nazionale di olive e olio extravergine di oliva, alla promozione e valorizzazione dei prodotti e ad una più forte organizzazione della filiera nazionale.
"Con l'approvazione per la prima volta del piano olivicolo nazionale - ha affermato il Ministro Maurizio Martina - iniziamo a definire una strategia produttiva che mancava da troppi anni in Italia. L'obiettivo condiviso con tutta la filiera è migliorare sotto il profilo della qualità e della quantità. Abbiamo deciso di investire 32 milioni di euro per aiutare la riorganizzazione del settore olivicolo e oleario italiano, con un piano che potrà essere ulteriormente supportato con le risorse regionali dello sviluppo rurale. Il nostro lavoro non si ferma qui. Con l'accordo di filiera siglato poche settimane fa ci sono tutte le premesse per dare futuro al comparto, guardando anche alle opportunità e al lavoro da fare a livello internazionale."
Il dilemma dell'efficienza dei frantoi e la resa in olio delle olive
Meno dell'1% dei frantoi è in grado di
determinare il contenuto in olio delle olive molite. Ne consegue che meno
dell'1 per mille degli olivicoltori è in grado di valutare la resa effettiva
delle proprie olive, cioè la resa in olio estratto in relazione al contenuto di
olio delle olive. Questo dato paradossale determina il fatto che né i
frantoiani né gli olivicoltori conoscono la efficienza reale del loro lavoro. I dati ottenuti in una
sperimentazione sulla raccolta del 2015 dimostrano che le rese effettive
nell'estrazione dell'olio variano in
pratica dal 67% al 93% a seconda dei frantoi !*.
Perché accade questo?
Le basse rese di alcuni frantoi sono conseguenza di imperizia del
frantoiano o inefficienza delle macchine utilizzate? Come è possibile mettere
sotto controllo questo fattore essenziale del bilancio economico
dell'olivicoltore? Come è possibile massimizzare le rese di estrazione
dell'olio?
Al corso “Frantoi
più efficienti” che si terrà a Todi il 24 Giugno 2016,
il prof. Claudio Peri darà indicazioni semplici e
concrete per rispondere a questi interrogativi e molto altro.
Per informazioni sul corso scrivete a: claudio.peri@fastwebnet.it e riceverete via mail tutte le informazioni e il
modulo per l’iscrizione.
di Claudio Peri - tutti i diritti riservati
Il Made in Italy non e l'olio, il Made in Italy è la nostra cultura
Cosa bisogna raccontare al mondo?
La nostra grande ricchezza sta proprio nel fatto che, in Italia, ogni singola
azienda, anche poco distante l'una dall'altra, ha una storia bella e
coinvolgente. È la nostra grande risorsa e non costa nulla.
L'Italia è il paese più
longevo dopo il Giappone, abbiamo ancora i nonni
che ci possono raccontare la storia della famiglia
e i vari fatti accaduti nel tempo che hanno generato l'azienda rendendola ciò che è oggi.
Noi quando andiamo in giro a raccontare un olio, un singolo olio,
possiamo raccontare un grande pezzo di
storia dell'Italia, un territorio, una limitata zona, addirittura la storia
della varietà di ulivo dalla quale si estrae quell'olio che si sta degustando.
Così ricco di profumi, con un sapore agre come la vita vissuta di quegli uomini
che per primi hanno impiantato quegli ulivi mille anni or sono e che però
diventa armonico, incantevole, rotondo, speciale. Ecco, speciale, l'olio italiano è speciale, nel senso
più stretto del termine. Perciò viene chiamato oro giallo, perché ha un valore
inestimabile, ma non è il semplice liquido giallo o verde che si estrae dal
frantoio bensì la storia di quell'olio, i “fatti” di quell'olio, anche la terra arida nella quale vivono
aggrappati al suolo da più di mille anni esemplari
unici al mondo che solo a guardarli ti si gela il sangue in pieno agosto.
Sulla quale senti il crespo dei passi di
un uomo che visita gli alberi ascoltando il filo di vento che mai ha smesso
di soffiare fra le foglie, come un orchestra sempre a suonare, sempre a
suonare, sempre a suonare. Senza mai stancarsi, per centinaia e centinaia di
anni.
Il dilemma nell'estrazione dell'olio. Se ne parla a Todi
Dilemma I
Ogni anno circa il
15% di oli selezionati con dati analitici di assoluta eccellenza, molto più
restrittivi dei limiti fissati dalla legge per gli oli extra-vergini, hanno
difetti sensoriali e vengono declassati da extra-vergini a vergini*.
Perché accade questo?
I difetti sensoriali
sono conseguenza di negligenza del frantoiano o difetto delle macchine
utilizzate?
Quali sono le parti
dell'impianto e le operazioni a rischio di “inquinamento sensoriale” dell'olio?
Come è possibile
identificare i punti critici e prevenire
questo rischio?
Al corso “Frantoi più efficienti” che si terrà a
Todi il 24 Giugno 2016,
il prof. Claudio Peri
darà indicazioni semplici e concrete per rispondere a questi interrogativi e
molto altro.
Per informazioni sul corso scrivete a: claudio.peri@fastwebnet.it e
riceverete via mail tutte le informazioni e il modulo per l’iscrizione.
*fonte: Associazione 3E (produttori selezionati per produrre oli di assoluta eccellenza), sperimentazioni 2008-2012 in Italia, Spagna, Grecia, California.
*fonte: Associazione 3E (produttori selezionati per produrre oli di assoluta eccellenza), sperimentazioni 2008-2012 in Italia, Spagna, Grecia, California.
Dilemma II
La resa di un frantoio è buona se è superiore al 90%
dell'olio contenuto nelle olive; è accettabile se oscilla fra l'80 e il 90%
dell'olio contenuto nelle olive; è scadente se oscilla fra il 70 e l'80% del
contenuto di olio delle olive; è inaccettabile se è inferiore al 70% dell'olio
contenuto nelle olive.
In esperimenti condotti durante la raccolta 2015 su vari
frantoi si è constatato:
- che ciascun frantoio produce con rese relativamente costanti. Si può dire che la resa di estrazione è un dato caratterizzante ciascun frantoio.
- Che sui frantoi monitorati nei nostri esperimenti, alcuni davano rese sistematicamente superiori al 90% (ottimi) – altri (la maggior parte) davano rese comprese fra il 74 e il 79% (scadenti) – e altri ancora davano rese comprese fra il 65 e il 70% (pessimi).
- Questa informazione era ignorata dagli olivicoltori che conferivano le loro olive ai vari frantoi
- la insoddisfacente resa del mio frantoio è colpa mia o delle macchine che ho acquistato ?(Frangitore? Gramole? Decanter? )
- Come posso verificare se, e in che misura, è colpa mia o delle macchine?
- Posso migliorare le rese? Come?
Al corso “Frantoi più efficienti” che si terrà a Todi il 24 Giugno 2016, il prof. Claudio Peri darà indicazioni semplici e concrete per rispondere a questi interrogativi.
Il corso prevede un numero massimo di 15 partecipanti, al raggiungimento di tale numero
verrà resa disponibile una seconda data (giovedì 30 giugno 2016), che verrà
confermata solo al raggiungimento minimo di 10 partecipanti. In questo caso
verrete informati via mail.
Per ulteriori informazioni sul corso potete scrivere a claudio.peri@fastwebnet.it
oppure a adele.peri@libero.it
Scheda corso (QUI)
Modulo
iscrizione (QUI)di Claudio Peri - tutti i diritti riservati
La California dell'olio si autoproclama migliore dell'Italia olivicola
In un numero di Gennaio della
Rivista americana Bloomberg Businessweek è comparso un articolo a firma P. Robinson e V. Silver dal titolo “A
Californian Olive Grower Says His Oil Is Better Than Italy's” in cui
l'elogio degli oli californiani è presentato come contrappunto ad una ingiusta
e capziosa denigrazione degli oli italiani. L'Accademico Emerito prof. Claudio Peri, per scienza e per
passione grande esperto di oli di oliva, autore del volume “The Extra-Virgin Olive Oil Handbook” (John Wiley and Sons, UK,
2014), ha replicato con il testo che segue.
Il titolo dell'articolo di Bloomberg Businessweek “Un produttore di olio di oliva californiano sostiene che il suo olio è
meglio degli oli di oliva italiani” potrebbe essere considerato un elogio
degli oli italiani. Se un produttore californiano promuove il suo olio
sostenendo che è meglio degli oli di oliva italiani, se ne dovrebbe dedurre che
egli considera gli oli italiani come il modello di riferimento della qualità
degli oli di oliva. La lettura dell'articolo, purtroppo, finisce per offrire
una impressione molto diversa e gravemente lesiva del buon nome degli oli
italiani. Per questo mi sono risolto a scrivere questa replica ragionata e
attraverso l'Accademia dei Georgofili ho chiesto che Bloomberg Businessweek ne
pubblichi la versione inglese.
Frantoi più efficienti, a Giugno una interessante giornata di formazione
Sui frantoi c’è un mondo nascosto ancora tutto da scoprire. E’ materia
in piena evoluzione e molto complessa, c’è bisogno di approfondire e accrescere
la conoscenza. E così a Todi, in provincia di Perugia, il 24 giugno 2016, ci sarà una giornata di formazione
unica nel suo genere.
L’idea di organizzare una giornata sul miglioramento delle prestazioni
e su come rilanciare le prospettive di business dei frantoi destinati alla
produzione di oli da olive di qualità elevata è stata del Prof. Claudio Peri, fra i massimi esperti mondiali del settore olio
extra vergine di oliva, dalla sua pluri-decennale esperienza internazionale e
dalla sua missione di miglioramento continuo nell’ambito della produzione e
della commercializzazione degli oli extravergini di oliva di alta qualità.
Claudio Peri è Professore Emerito dell'Università di Milano, Presidente del
Centro Studi per la Qualità dell'Accademia dei Georgofili di Firenze e autore
del testo “The Extra-Virgin Olive Oil
Handbook”. Il suo obiettivo è trovare continuamente nuovi modi per rendere
semplice ciò che è complesso e ottimizzarlo in modo tale da renderlo fruibile
subito per creare risultati concreti e duraturi.
Concorsi oleari, il no di diversi produttori
Vengo a conoscenza di sani produttori di olio da olive che giustamente
e per ovvie ragioni non vedono di buon occhio i tanti concorsi oleari, sempre più presenti nel mondo dell’olio. Loro non
partecipano, preferiscono desistere, abbandonare, perché riconoscono un sistema
equivoco, opacizzato, inattendibile. Parlo
contro di me ma lo faccio con la mia solita libertà e trasparenza, sostenendo anche
il mio disappunto a riguardo. E non solo dei concorsi, ma anche delle tante guide,
non di tutte ma della maggior parte.
Spesso non si capisce se sono le persone che organizzano il Concorso a
lavorare per le aziende o sono le aziende a lavorare per gli organizzatori del
Concorso pagando la quota di partecipazione. Non sono regolarizzati da norme precise e quindi c’è la libertà di
potersi comportare in maniera del tutto autonoma, ci si affida sostanzialmente alla
buona fede di chi organizza, talvolta senza neanche conoscere le imprese. Si
valutano gli oli, presumibilmente con assaggiatori professionisti ma ciò non è
tenuto sapersi, è top secret.
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