Essere. Perdersi per trovarsi. Un libro, un progetto editoriale che ha bisogno di tutti per essere realizzato.

Chi ci segue lo sa, stiamo sostenendo con forza la campagna di crowdfunding (raccolta fondi) che vede il libro del nostro Vincenzo Nisio partecipare, con la casa editrice Bookabook, al percorso per il raggiungimento dell’obiettivo che permetterà la pubblicazione del manoscritto!

Per essere pubblicato infatti, Essere. Perdersi per trovarsi ha bisogno di essere pre-ordinato e lo potete fare in pochi secondi a questo link: https://bookabook.it/libri/essere-perdersi-per-trovarsi/

C’è bisogno della partecipazione di tutti e di sostenere questo progetto, il libro tratta temi che ci appartengono, che in qualche modo sono dentro di noi ma al di là di tutto sono comunque stimoli per nuove riflessioni.

Vi vogliamo proporre in lettura una piccolissima anteprima del libro in cui l’autore parla del suo piccolo paesino, Piedimonte Matese, ricordando personaggi e luoghi vissuti. Un posto, lascia intendere, che oggi non ritrova più.

Vivevo un’altra Piedimonte da piccolo, stessi luoghi ma città diversa completamente da quella di oggi. Ricordo un ambiente complessivamente più sano, c’era zí ‘Ngiulina seduta sulla panchina di piazzetta San Francesco e fa un bell’effetto ritrovarla ancora oggi, su quella stessa panchina, dopo più di trent’anni, a regalare sguardi autentici ai passanti e a noi bambini ormai cresciuti. Coltiva ancora i fagiolini, che offre in dono a qualche amico che si ferma per due parole. Angela, che noi chiamavamo zí ‘Ngiulina, è una bellissima donna di novantuno anni e quando da piccoli passavamo con le biciclette amavamo prenderla in giro sfiorandogli le gambe in velocità. Ci urlava contro divertita anche quando giocavamo a patata bollente nelle calde sere d’estate. Non c’era solo lei seduta, erano diverse le donne e le mamme che si riunivano e passavano qualche ora a chiacchierare mentre noi bambini ci divertivamo nella piazza, sterrata e completamente imbrecciata, che ospitava una vecchia auto di colore azzurro pastello. Era una Volkswagen Maggiolone e stava parcheggiata, meglio abbandonata, in un angolo dello slargo. Giocavamo a fare la guerra, chissà perché proprio la guerra, posizionati ai lati dell’auto lanciando le pietre che spesso finivano per mandarci anche in ospedale. Marcello, altro grande personaggio che abitava a Sepicciano ma in piazzetta aveva un’abitazione che frequentava spesso, s’incazzava come un grillo! Non ho molti ricordi di lui ma ricordo che era stato nel mondo del calcio e che anche mio padre aveva giocato per lui. La sua vecchia bicicletta che ha pedalato fino ad età avanzata resta indimenticabile per me, sono sicuro che tanti ne hanno memoria a Piedimonte. Dov’è finita quella cittadina che ricordo io, quell’atmosfera serena, quell’aria sottilissima che a stento si percepiva, quelle giornate di sole asciutte e senza nuvole. Forse in una dimensione retriva ancora c’è, mi piace pensare che non è finita e anzi, sono certo che un giorno tornerà. Tornerò io, zì ‘Ngiulina e Marcello.  
Non c’era il cattivo odore del gasolio bruciato per le strade, la vespa andava con la miscela. C’era l’oratorio, le pistole ad acqua che uscivano insieme al gelato, il sole senza nuvole, le fontane della sorgente che funzionavano. C’erano le strade rotte, la raccolta differenziata, tanti piccoli negozi di alimentari e tutto per la casa, ci stava Adolfo in piazza Roma, la fontana tonda col cigno che forniva acqua potabile, la signorina del bar Caffè dello Sport, la cartoleria Bianchi, il bar Penza coi videogiochi e il bigliardino che funzionava con duecento lire. C’erano le Mosche Bianche che suonavano alla festa nel borgo di San Giovanni e i peperoni imbottiti della tradizione, il vino di zio Carlo, la Statua della Madonna della Consolazione che nella prima domenica di settembre scendeva dalla Chiesetta di San Giovanni Battista, situata nel punto più alto del borgo, e raggiungeva la Basilica di Santa Maria Maggiore per essere venerata dai fedeli tutto l’anno.





di gastroliArt! - tutti i diritti riservati


Partita la campagna per sostenere il libro di Vincenzo Nisio. Noi ci siamo!


In un articolo precedente (QUI) vi avevamo anticipato l'avvio del primo progetto editoriale di Vincenzo Nisio, amico e fondatore del blog gastroliArt!. Il blog, chi ci segue lo sa, ha sempre avuto uno spazio dedicato alla cultura, ai libri in particolare, alla lettura.

Vincenzo ha scritto un libro dal titolo Essere. Perdersi per trovarsi. Un argomento che colpisce indubbiamente e che ci ha incuriosito molto. Perciò abbiamo voluto chiedere all'autore cosa trattasse e questa è stata l'originale risposta:
Ho incontrato un Dio.
Parla della nostra società, del mondo materiale e di quello immateriale, della spiritualità che abbiamo perduto e della modernità che ci sta facendo perdere completamente. Parla della libertà individuale, del coraggio di fare delle scelte, di rischiare per essere liberi. Dice che oggi c'è tanta ipocrisia, tanta sudditanza, che siamo un popolo strano, legato ai soldi, ai consumi e non ai sogni, alla bellezza e alla meraviglia del mondo. Dice che tanti esseri umani non si sono mai trovati, che trovarsi è un atto necessario, che è un diritto di tutti. Dice che siamo pilotati continuamente ma non ce ne accorgiamo, dice che non essere noi stessi finirà per dilaniare la nostra essenza.
Quando si scrive un libro c'è sempre un motivo, qualcosa di importante che ti spinge a farlo, a liberare se stessi da qualcuno o qualcosa. Magari diversi momenti particolari, esperienze, cambiamenti che hanno segnato un'epoca della propria vita. E dunque perchè, abbiamo chiesto a Vincenzo, hai scritto questo libro?
Perché nella scrittura ho sempre trovato una strada.
In ognuno di noi, ad un certo punto, all’improvviso, passa tutta la vita davanti. Ho preso al volo quella vita fatta di emozioni, di piccole storie, di ricordi, di sensazioni, di esperienze, di delusioni, di gioie, di pensieri che ho sempre pensato, di poesie che ho sempre scritto, di attimi che ho sempre vissuto, e l’ho scritta su fogli di carta. Nasce così questo libro. Ho ascoltato cosa c’era da ascoltare, sentito cosa non volevo sentire, capito cosa non avevo compreso. La vita, nonostante tutto, è il passaggio meraviglioso dell’essere: è così dura quanto straordinaria. Occorre liberarsi e comprenderla. Ho capito che non è utile giudicare dall’alto, con una visione solamente esterna, ma occorre esplorare da dentro, ricercare l’essenza per sentire il profumo e ratificarsi.
Tra l'altro l'autore ha scelto per la pubblicazione una casa editrice innovativa, Bookabook, che è un nuovo modo di fare editoria. Il libro infatti viene valutato dai lettori, dagli appassionati, e sarà il pubblico a decidere se il suo progetto è valido e dovrà essere pubblicato.

Il libro si può pre-ordinare sul sito della casa editrice Bookabook (QUI) e dovrà raggiungere 200 copie pre-ordinate, dopodichè sarà pubblicato e vi arriverà direttamente a casa! Se volete sostenere Vincenzo, il suo libro, il suo primo progetto editoriale, potrete quindi pre-ordinare il libro.

Grazie in anticipo, anche da parte nostra, a chi vorrà partecipare!


di gastroliArt! - tutti i diritti riservati

L'essenziale: il libro di Vincenzo Nisio desta grande curiosità


Seguiremo con attenzione questo nuovo progetto del nostro Vincenzo Nisio, questo nuovo percorso fatto con il solito pieno di energia. Siamo felici ed intanto vi anticipiamo che il 20 giugno, giovedì prossimo, partirà la campagna di crowdfunding per il nuovo libro.

Vincenzo, lo conosciamo bene, ha sempre avuto grande passione per la scrittura. Ha iniziato a scrivere su un quaderno di colore giallo che ancora conserva.
«Sono anni che scrivo, chi mi conosce lo sa, ma non ho mai pensato di condividere davvero il mio pensiero con gli altri. Un po come ha fatto papà con i suoi dipinti, io lo spronavo sempre ad esternare il suo modo di essere ma nello stesso tempo non mi accorgevo che stavo facendo esattamente la stessa cosa. Perciò adesso sono qui».
Queste le parole che si leggono dal primo post della nuova pagina Facebook "Essere" creata apposta per il nuovo lavoro. E ancora, si legge:
«Ho accettato una sfida, come sempre, di una realtà nuova, una casa editrice che mi ha incuriosito tanto. Dunque sceglieranno i lettori, saranno loro a doverci credere, a decidere se finanziare il mio progetto e mandarlo in libreria! Qualcuno ci crederà, qualcun altro no ma sono sinceramente sicuro che sarà una bella esperienza. Un altro bel viaggio fatto di battiti forti, di ansie, di sorrisi e non».

Per seguire il percorso del nuovo libro, questa è la pagina Facebook: QUI

Per il resto vi terremo aggiornati, presto vi daremo il link diretto dal quale poter pre-acquistare il libro. Intanto consentiteci di dare al nostro Vincenzo Nisio un grande in bocca al lupo ed un abbraccio forte da tutto lo staff del blog gastroliArt!

E come diciamo sempre: a facc e chi ce vo male!



di gastroliArt! - tutti i diritti riservati

Sette chef per un extravergine fra i migliori al mondo



Non sappiamo se in Italia esiste qualcosa di simile ma il progetto di questi giovani amici è da raccontare e da prendere come esempio per il coraggio e la testardaggine di voler fare a tutti i costi quello che sta nel cuore di ognuno di loro. La dimostrazione effettiva che le cose, quando si vogliono, si possono fare. Eccome!

Giornata intensiva di potatura dell'olivo e tecnica colturale, note di assaggio consapevole per riconoscere quello buono. Il 9 marzo a San Potito Sannitico



L’Associazione Cultuale Buonolio organizza una bella giornata intensiva e formativa sulla potatura dell’ulivo e sulle tecniche culturali da adottare nell'uliveto. Non solo, spazio anche alla qualità dell’olio: verranno illustrate le tecniche di assaggio, pregi e difetti, con prove pratiche di assaggio per riconoscere l’extravergine di alta qualità.

Si terrà sabato 9 marzo, dalle ore 9.00 alle ore 17.00, presso uno degli uliveti dell’azienda Antico Podere Matesino, azienda pluripremiata e leader nella produzione di extravergini di grande qualità, partner dell’evento che gentilmente ha approvato questa collaborazione.
 

La cultura dell’olio si, ma fatta bene e senza dispendio di danaro. Altrimenti i risultati sono quasi pari a zero

Sono chiaro da subito: ogni occasione è buona per infondere la cultura dell’olio. Ai consumatori, ai ristoratori, agli appassionati e soprattutto ai giovani e nelle scuole. Diffondere la cultura dell’olio è sempre un vantaggio per tutta la comunità, anche se bisogna attendere ed avere pazienza. Io - come sapete - lo faccio da tanti anni, nutrito da una grande passione e soprattutto senza precludere la scoperta di visioni nuove che ho voluto portare anche nell’ormai conosciuto Buonolio Salus Festival, insieme ad altri amici nutriti dal mio stesso attaccamento, quasi alla quinta edizione.

Sono anni ed anni che si continua a perpetrare un’attività che a mio avviso è diventata obsoleta, la cultura dell'olio buono non cresce se si continua a proporre sempre la solita solfa. Occorre innovare, perché l’olio si rinnova sempre pur essendo un prodotto antico. Cambiano le tecnologie di estrazione, il modo di coltivare, di fare marketing, quello di approcciarsi alla materia e perciò anche la formazione deve subire un cambiamento. Ci sono eventi, concorsi, guide, professionisti che hanno dato tanto e continuano a farlo nel nome di un amore incontrastato per l’extravergine di alta qualità ai quali bisognerebbe dare molto più spazio e fiducia: ma è sempre quella maledetta meritocrazia che manca alla quale non è dato valore. Si inventano addirittura crisi e allarmismi (leggi qui) per chiedere ed ottenere finanziamenti pubblici, ritrovandoci poi a dover commentare lamentosamente sempre quel calo di produzione che oramai è diventato un’ossessione.

L’Italia non ha mai creduto molto nella cultura del prodotto, è dormiente e soprattutto lo sono gli stessi produttori (non tutti per fortuna!) ed il mondo dell’associazionismo e delle istituzioni. Molte delle azioni che si fanno a favore della “cultura dell’olio” sono di basso profilo, sempre le stesse da tempo immemore con risultati ormai consolidati pari a zero o poco più. Spesso si lascia tutto così, senza che vi fosse un seguito. Va bene educare, addestrare, informare e formare ma poi bisogna seguire passo passo e concretizzare le azioni in qualcosa di reale, altrimenti è solo slogan. E quello che mi infastidisce è l’utilizzo di tanto danaro, molto spesso anche pubblico e quindi soldi nostri, impiegato in vari progetti per il miglioramento della qualità, dell'ambiente, per la tracciabilità del prodotto e quant’altro che fino ad oggi hanno portato pochissimo. La realtà è che in tutti questi anni i pochi investimenti sono stati sbagliati e questo lo dico perché non hanno prodotto quasi nessun risultato, almeno questa è l’impressione che ho. Quel poco che è cambiato lo dobbiamo all’amore e alla passione di quei pochi individui che hanno avuto la forza di fare qualcosa di buono. E continuano a farlo, in silenzio.



di Vincenzo Nisio - tutti i diritti riservati



Immancabile cena al Katakrì, l’8 febbraio


L’ingrediente principale sarà il territorio, unito ai sapori autentici che lo diversificano da secoli. Una cena evento unica nel suo genere, nata dalla collaborazione con aziende che hanno fatto della qualità il loro punto di forza e che incontreranno l’arte di uno degli chef più conosciuti e apprezzati della zona. Danilo De Cristofaro, patron del ristorante Katakrì a Piedimonte Matese, in provincia di Caserta, vi accompagnerà in un breve viaggio alla scoperta delle eccellenze matesine, cucinate a modo suo e come solo lui sa!

Chi conosce il Katakrì sa che l’olio di alta qualità è sempre grande protagonista nel suo ristorante, sono 16 gli extravergini in carta selezionati e provenienti da tutta Italia a disposizione di clienti curiosi e appassionati. Danilo è stato premiato il 14 gennaio ad Evoluzione, un evento nazionale dedicato all'extravergine di alta qualità che si svolge a Roma, per il lavoro che svolge con l'olio nel suo ristorante. Nella serata di venerdì 8 febbraio sarà l’azienda pluripremiata, anche a livello internazionale, Antico Podere Matesino a presentare gli oli prodotti quest’anno che saranno abbinati ai piatti proposti in degustazione.

Il prosciutto di maiale nero di razza casertana fra i migliori al mondo


Conosciamo tutti l’altissima qualità dei prosciutti italiani, siamo fra i primi al mondo secondo me insieme alla Spagna con il famosissimo Pata Negra o meglio Jamòn Iberico de Bellota. Ammetto di non essere un grande cultore del prosciutto ma ultimamente mi sto appassionando molto ed ho scoperto la maestosità di un prodotto che secondo me nel prossimo futuro avrà uno spazio riservato fra i migliori al mondo.

Metto da parte il campanilismo, sono strasincero, ma davanti al prosciutto di maiale nero di razza casertana non ci sono paragoni che tengono. Tutti gli altri che finora ho assaggiato sono un gradino sotto. Il maiale di razza casertana è allevato allo stato brado e si nutre essenzialmente di ghiande di quercia cadute dagli alberi, ma anche la macellazione ha la sua grande importanza: l’animale non deve subire alcuno stress altrimenti il sapore delle carni viene compromesso per via di alcune reazioni chimiche.

I grassi del maiale nero casertano sono simili, per composizione, ai grassi dell’olio extravergine da olive: lo ha evidenziato anche una ricerca condotta sulle carni dal Consorzio per la sperimentazione divulgazione e applicazione di biotecniche innovative che ha sede a Benevento. Gli acidi presenti in discreta quantità nel lardo di questi suini sono in grado di ridurre il livello del cosiddetto colesterolo “cattivo” e, conseguentemente, di aumentare quello del colesterolo “buono”. L’acido oleico (quello contenuto nelle olive e nell’olio) è contenuto in grande quantità nelle ghiande di quercia di cui è ghiotto il suino ed è così che poi lo ritroviamo nel grasso del prosciutto. Anche questo conferisce il gusto straordinario e unico a questo prodotto che sicuramente si vedrà fra i migliori del mondo. Un’esperienza senza eguali.

Il prosciutto di maiale razza casertana stagiona dai 18 ai 26 mesi ed è una incomparabile esperienza olfattiva e gustativa, non si dimentica facilmente. La carne, di colore rosso intenso, ha un penetrante profumo di erbe di campo, il grasso conferisce un sapore molto intenso, profondo e dona grande sapidità al boccone. È una grande eccellenza italiana!

Se volete mandare in estasi le vostre papille gustative, accompagnate questo straordinario prosciutto con l’ottimo Pallagrè bianco 2017 prodotto da Tenuta Quercete - azienda agricola sita in San Potito Sannitico, in provincia di Caserta - con uve 100% Pallagrello.


di Vincenzo Nisio - tutti i diritti riservati


Torna Evoluzione, il grande evento di promozione e valorizzazione dell’extravergine di qualità


È fissata la data per la seconda edizione di Evoluzione, percorsi per l'extravergine di qualità, l’evento dedicato all’olio extravergine organizzato da La Pecora Nera Editore e Oleonauta: dopo il bel successo dello scorso anno, il 14 gennaio 2019 - questa volta al Parco dei Principi Grand Hotel & Spa sempre a Roma - torna l’appuntamento pensato per sensibilizzare e formare gli operatori del settore della ristorazione e della gastronomia sull’utilizzo di olio extravergine d’oliva di qualità, tracciando nuovi percorsi che possano far incontrare e confrontare i produttori, i ristoratori, i consumatori e soprattutto i cuochi (ma pure i pizzaioli) che scelgono e utilizzano l’olio extravergine per i loro piatti.

Niente tappo antirabbocco, dietrofront


Quanto si legge nella comunicazione del 28 giugno 2018 a firma del direttore generale Stefano Firpo, rivolta al Ministero della Salute e al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, è sconcertante, proprio da cadere le braccia a terra. Si propone, in sostanza, una modifica per l’introduzione del divieto di vendita al consumatore delle bottiglie con dispositivo antirabbocco negli esercizi commerciali, e non manca la solita sanzione. 

Nel documento si legge: «Il verificarsi di numerosi incidenti collegati all’uso di bottiglie con tappo antirabbocco, occorsi presumibilmente anche in presenza di apposite avvertenze, portano a concludere che questa tipologia di tappi non sia sicura per l’uso da parte del consumatore finale, se non nell’ambito dei servizi offerti dalle collettività, come previsto dalla legge n. 9/2013». E ancora: «In assenza di una disposizione sanzionatoria della violazione delle disposizioni di cui all’art. 7, comma 2 della legge 14 gennaio 2013 n. 9 si potrebbe proporre una modifica del medesimo articolo che preveda l’esplicito divieto di vendita al consumatore negli esercizi commerciali ed una sanzione per la violazione di tale divieto, associata alla violazione complessiva delle disposizioni dell’art. 7, comma 2 delle citata legge n. 9/2013.»

IN EVIDENZA

Nasce Antico Podere Matesino, un'azienda giovane al passo coi tempi

È sempre un piacere scrivere di coraggio, di voglia di fare le cose, di non cullarsi sugli allori, di rischiare qualcosa per essere l...

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...