Portare l’olio in vacanza, al ristorante

Si, purtroppo succede e non è nemmeno un caso isolato. Si sa, la ristorazione sull’olio molto spesso scivola e per chi è abituato a consumare extravergine di qualità durante i pasti è un problema abbastanza serio. Non c’è insalata senza olio buono, ne altra pietanza che merita di essere condita bene e apprezzata dal palato e quindi non si può rinunciare ad un buon extravergine a tavola. Cosa si fa quando si va in vacanza per esempio?

La riflessione nasce ogni anno, da diversi anni e purtroppo è sempre uguale. Nulla cambia. Quest’anno mi unisco ad una proposta lanciata da Giorgio Tamaro, produttore molisano conosciuto e apprezzato in tutto il mondo, sul proprio profilo Facebook: “quando si va al ristorante portarsi dietro una bottiglietta dell'olio preferito (che sia rumignana, coratina, dritta, itrana, ortice, tonda iblea, ogliarola ecc. ecc.) metterla in evidenza sul tavolo se il ristoratore è un illuminato accetterà il confronto altrimenti sarà una bella lezione. Non è possibile rovinare un ottimo piatto con un olio scadente. Sarebbe come se a un bel quadro mancasse la firma dell'autore”.

Purtroppo anche quest’anno ho ritrovato nel ristorante dell’hotel dove sono in vacanza - peraltro in Salento, patria degli ulivi e dell’olio – un olio da olive di scarsissima qualità e difettato. Peraltro una miscela di oli di oliva dell’unione europea per la quale non ho nulla da eccepire se fosse stata di qualità. Io l’olio l’ho portato da casa, ed ho voluto portare con me un olio pugliese fra quelli che amo di più: il CRU Bio dell’azienda olivicola Monterisi di Andria, premiata fra l’altro anche al Buonolio Salus Festival 2016. E’ un monocultivar di Coratina, varietà autoctona proprio della zona di Andria, deciso e anche un po’ aggressivo. Fruttato medio tendente all’intenso con profumi vegetali che ricordano il pomodoro, le erbe aromatiche e la cicoria. Al gusto è amaro e piccante con retrogusto di cardo e rucola, carciofo e cicoria.

Chiudo col dire (per non dimenticare) che tutto questo, al di là del fatto che può sembrare una cosa simpatica, resta sempre una grande sconfitta per tutti. Per noi che facciamo cultura e comunicazione e per voi produttori che tanto vi impegnate a produrre e divulgare l’extravergine di qualità. Certo non ci fermiamo, l’attività continua, ma l’amara constatazione che un prodotto importante come l’olio da olive venga così maltrattato fa male. Molto male.


di Vincenzo Nisio tutti i diritti riservati


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