Sala
d’attesa prima di una riunione. Da pochi mesi dirigo un Istituto Tecnico
Agrario e le emozioni che mi sta dando un mondo per molti versi inesplorato
sono tantissime. Con uno dei miei docenti aspetto di essere ricevuto dal
presidente di un’agenzia regionale, al fine di stipulare una convenzione per la
nostra azienda agraria. Nel frattempo, intavolo una discussione con il prof. Si
parla, come spesso capita, di olio. “Il prodotto – fa il prof – deve essere
buono, pulito e giusto”. Il prof, tempo fa, mi aveva già colpito con una sua
riflessione lapidaria: “Le piante di ulivo sono esseri viventi”. Ha ragione. E
così io profitto per insistere con le riflessioni, a proposito della recente
crisi che ha colpito soprattutto la Puglia. La sua definizione “l’ulivo è un
essere vivente” mi aveva soprattutto colpito perché il prof insisteva
sull’importanza dell’attenzione da prestare alle piante ogni giorno: non si può
pretendere un prodotto di qualità se non le si cura tutto l’anno. E dunque anche
la xylella, secondo lui, forzando un po’ il discorso, tradisce una disattenzione
dei produttori. In ogni caso, nella saletta d’attesa dove ci troviamo, il
discorso scivola sul rapporto prezzo/qualità. “La crisi degli ultimi due anni –
dice – spero ci abbia fatto capire una cosa fondamentale. Non abbiamo più
grossi quantitativi di prodotto e adesso per offerta scarsa c’è un prezzo assai
alto. Bene, manteniamolo così alto. La dobbiamo smettere di sprecare olio.
L’olio è come un medicinale. Possiede immense proprietà benefiche. Che uso ne
faccio in cucina? Fino a ieri non sapevamo quante taniche comprare e dove
sistemarle. Ora invece le andiamo a cercare col lanternino”. E così racconta il
suo aneddoto. “Sono stato l’altro giorno da un produttore che mi ha venduto
alcuni litri d’olio. Lui appena mi ha visto mi ha detto che non li avrebbe
venduti a meno di dieci euro. E io gli ho detto: Bene. Costa poco. Io ci sto a
comprare l’olio a caro prezzo. E per me il prezzo giusto è a 16 euro al litro.
Non è giusto che ci si uccida dalla fatica per guadagnare pochi euro al litro”.
E allora io capisco che qualcosa non torna. E gli faccio: “D’accordo prof, ma
allora la famiglia italiana media, come fa a spendere 16 euro per un litro
d’olio? Ho studiato giurisprudenza e all’esame di economia politica mi hanno
spiegato cosa è la curva di equilibrio del consumatore. Compro ciò che, in
rapporto alle mie caratteristiche reddituali, posso compare”. E il prof senza
esitare: “Bisogna spiegarglielo alle famiglie che l’olio è un medicinale.
Dobbiamo dosarlo. Deve durare nel tempo e così lo paghiamo anche 16 euro al litro.
Gli i phone di ultima generazione le famiglie li acquistano? Sì, e a caro
prezzo. Qui non vale l’equilibrio della curva del consumatore? Qui possiamo
andare oltre l’equilibrio imposto dal reddito?”. Ha ragione lui, ancora una volta. Così lui va
giù duro: “Meno cellulari, meno abusi nel consumo di olio, più qualità e prezzo
più alto. Bisogna farglielo capire alla gente”. Ineccepibile. Un uso
consapevole dell’olio di oliva di alta qualità. Consumare meno. Consumare
tutti. Anche a 16 euro al litro.
di Gianfrancesco D'Andrea - tutti i diritti riservati
Questo prof. non capice un tubo sulle proprietà terapeutiche dell'olio anzi, mi correggo, capisce di tutto e di più dell'olio MODA VERDE-VELENO CENTELLINANTE ANNUNCIATO-DIFESO DA 50 ANNI AD OGGI !! E NIENTE PIù, IGNORANDO LA PIANTA ULIVO , LE OLIVE E IL RELATIVO OLIO, UNICO E SOLO, DA OLIVE MATURE NERE, POLPA VIOLA DENSO VIVO FINO AL NOCCIOLO, DA ACIDITA' RILEVATA AL CENTESIMO E GIAMMAI AL DECIMO, CON PEROSSIDI TENDENTI A ZERO E GIAMMAI DA 4 A 20 E, DURATA-QUALITA' PER MINIMO DUE ANNI !!
RispondiEliminaE RENDIMENTO OLIO, FUNZIONE MATURAZIONE RAGGIUNTA, TIPO DI OLIVE E TIPO DI FRANTOIO, CHE OSCILLA TRA IL 25% E IL 35 % !!!!
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