Ok ok ok, ma i supermercati?



Parto dal reale principio che per produrre un olio di qualità ci vuole tanta passione, entusiasmo e soprattutto coraggio. Bene: la passione, l’entusiasmo e il coraggio sta finendo, c’è sconforto nel mondo dell’olio. Lo sappiamo tutti. Stiamo tartassando la ristorazione tutta, quale veicolo fondamentale per la diffusione della cultura di prodotto e quale veicolo per fornire al consumatore la corretta informazione e favorire una svolta alla dinamica degli acquisti, ma credo che anche i supermercati – tutti – abbiano una grossa responsabilità in questo senso. Si, perché se ci fate caso, in genere nei supermercati si trovano solo oli commerciali a prezzi bassi, a volte qualche olio a DOP o IGP, ma extravergini eccellenti del territorio nemmeno l’ombra. Perché?

Forse mi perdo qualcosa? Quello che penso è che si sta tentando di conformare la qualità e il gusto a sfavore dei numerosi profili sensoriali offerti dalle altrettante varietà di olive che le imprese si impegnano a valorizzare ottenendo oli pregiati e peculiari.

Come si può valorizzare l’olio di qualità e incentivarne il consumo se non si propone e non si fa conoscere, come si può valorizzare un territorio se chi è preposto non si propone?

E allora, come reagiscono i consumatori davanti al banco degli extravergini al supermercato? Semplice, scelgono l’extravergine in offerta che costa di meno, probabilmente pensando che sia uguale a quello a DOP o IGP. Ovviamente non c’è competizione, è questo il punto; non si può pensare di favorire la vendita di un olio di alta qualità che costa di più – qual è l’extravergine vero – se non si comunicano le diverse tipologie di prodotto e il relativo livello di qualità. Ne ho parlato in varie occasioni (QUI) e (QUI) e sono sempre più convinto che il consumatore esclude dalla propria ottica l’acquisto di un olio di qualità perché attratto dalle offerte. Perché non succede anche per il vino? Non saprei, ma di certo è stato fatto un lavoro di cultura di prodotto diverso ed il consumatore è stato messo davanti ad informazioni chiare sui vini da tavola e sui vini prestigiosi.

Conclusioni? Più spazio per gli oli di eccellenza nella GDO e nelle catene di supermercati in genere, magari organizzando delle degustazioni e anche della buona didattica.


1 commento:

  1. Giusto, la cultura si crea nel riconoscere le caratteristiche diverse degli oli, non uniformandoli nel prezzo. Vogliamo partire dal far capire la differenza tra extra vergini, vergini e sansa? E poi tra liguri, toscani, pugliesi, siciliani, e perché no, greci, spagnoli o tunisini? Perché nei supermercati si trovano quasi solo extra vergini, e solo italiani? Purtroppo quella della cultura dell'olio è una strada ancora in salita...

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