C’è chi valorizza le diverse forme di cultura del territorio,
organizzando e ospitando eventi che mettono in luce le esperienze e il
potenziale di un contesto, lontano dai maggiori circuiti turistici, ma ricco di
valori e simboli che dal passato al presente evidenziano forte identità
territoriale. E’ il caso del MUCIRAMA (Museo Civico Raffaele Marrocco) che
costituisce uno dei maggiori poli attrattivi e di condivisione culturale dell’area
matesina. Lo hanno dimostrato con grande valore ospitando poche settimane fa
anche il Buonolio
Salus Festival, un progetto culturale che fra arte e cultura
racconta il territorio, l’autenticità, il paesaggio e la grande storia dell’ulivo,
l’albero millenario dal quale si ricava l’olio. Ma questa, è un’altra storia.
A VOLTE BASTANO PICCOLI SEMPLICI
GESTI PER SOSTENERE UN GRANDE PROGETTO
Per recuperare i luoghi culturali dimenticati il Governo mette a
disposizione 150 milioni di euro. Fino al 31 maggio infatti, tutti i
cittadini potranno segnalare all'indirizzo di posta elettronica bellezza@governo.it un luogo
pubblico da recuperare, ristrutturare o reinventare per il bene della
collettività o un progetto culturale da finanziare. Una commissione ad
hoc stabilirà a quali progetti assegnare le risorse. Il relativo decreto di
stanziamento sarà emanato il 10 agosto 2016.
Siamo noi a poter cambiare le cose se vogliamo e perciò, raccogliamo il
messaggio pubblicato sul sito internet del Museo:
“Confidiamo nell'aiuto di tutti,
di chi ha apprezzato il bello, di chi ha usufruito degli spazi per esprimersi,
di chi ritiene che un’istituzione culturale possa impreziosire il proprio
territorio, la propria città, il proprio orgoglio e senso civico”.
Chiunque volesse partecipare può inviare una mail all'indirizzo bellezza@governo.it con il seguente testo:
“Desidero il completamento
allestivo e didattico del MUCIRAMA, Museo Civico R. Marrocco, di Piedimonte
Matese (Ce) e del Laboratorio Didattico MUCIRAMALAB dedicato a bambini e
ragazzi (6-18 anni) per restituire l’appartenenza al patrimonio culturale ai
veri proprietari, quelli di ieri, oggi e domani. Per maggiori informazioni vi
invitiamo a visitare la pagina www.mucirama.it/progettobellezza”
SUL MUSEO
Il Museo Civico Raffaele
Marrocco ha sede in Piedimonte Matese, provincia di Caserta, nel
complesso conventuale domenicano fondato negli ultimi anni del XIV
secolo. Il complesso monumentale dell’ex Convento di San Tommaso d’Aquino è stato
inaugurato nel 2010, restaurato grazie a finanziamenti pervenuti da istituzioni
europee con lavori portati a termine mediante il reclutamento di specialisti
locali nei vari campi dello scibile umano. Restaurato anche l’imponente ciclo
di affreschi del chiostro maggiore, elemento chiave per la predisposizione di
itinerari regionali ed interregionali tesi a collegare le opere di artisti,
come Belisario Corenzio, e le gesta e le imprese edilizie di grandi famiglie,
quali i Gaetani dell’Aquila d’Aragona di Laurenzana, disseminate tra Lazio e
Campania.
La sfida, ampiamente attesa, era quella di ricostituire, nella loro
interezza, le prestigiose collezioni dell’ex Museo Alifano (oggi Civico di
interesse regionale “Raffaele Marrocco”), esempio vivo della storia di
Piedimonte e del suo vasto circondario, dalle lontanissime epoche geologiche in
cui il Matese di oggi giaceva sotto il Mediterraneo alla lontana preistoria
d’Italia, a Roma, al Medioevo, fino al Risorgimento e ai giorni nostri. La
sezione del Museo “Gens fortissima
Italiae. I Sanniti nel territorio di Piedimonte Matese”, che ora apre i
battenti, è stata realizzata in virtù di utili sinergie tra la Città di
Piedimonte Matese, la Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno,
Avellino, Benevento e Caserta, competente per territorio, la Soprintendenza per
i Beni Archeologici di Napoli e Pompei, l’Università del Salento e l’Università
degli Studi “Suor Orsola Benincasa” di Napoli (con le ultime due, tra l’altro,
la Civica Amministrazione ha stipulato uno speciale protocollo d’intesa per la
mutua assistenza in campo culturale). Grazie ad essa sono resi fruibili al
grande pubblico, nello spirito del Codice dei Beni Culturali, circa 170 reperti provenienti dall’area del Monte
Cila e, soprattutto, quello splendido prodotto d’arte provinciale
campana, realizzato sotto l’influenza greca della costa nel V secolo a.C.,
venuto alla luce sulle pendici meridionali del Monte Cila nel 1928, vicino al
Mendicicomio, in prossimità della prima cinta di mura pelasgiche sannitiche, celebre con l’appellativo di “Corridore del
Monte Cila”, esemplare unico nello sterminato panorama della piccola
bronzistica sabellica.
Il sito del Museo
Il video di presentazione della mostra Gens fortissima Italiae
di Vincenzo Nisio - tutti i diritti riservati
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