Verso l'IGP per l'olio extravergine della Campania

Ne discutemmo alla prima edizione del Buonolio Salus Festival e da allora, con un gruppo di amici olivicoltori, ne abbiamo iniziato a parlare in maniera concreta. In pochi mesi capimmo che l’esigenza non era quella di una IGP casertana ma di una IGP per l’olio Campano, regionale.

Era il 18 luglio del 2014 quando scrissi un articolo dal titolo “Scommettiamo che…?” (QUI) a seguito di un incontro fatto con diversi produttori a Sant’Angelo d’Alife, presso il ristorante La Masseria. Seguì un incontro con l’assessorato regionale e iniziammo a lavorare per la costituzione di un comitato promotore. Lanciammo l’idea, comunicammo l’idea a diversi produttori campani, devo dire la verità con pochissimi riscontri.

Oggi quell’idea è  nata, da un gruppo diverso di persone e operatori del settore. E' una bella notizia, è nato venerdì 10 giugno il Comitato Promotore della IGP olio extravergine della Campania nel corso dell’incontro presso la Camera di Commercio di Salerno coordinati da Mario Grasso, Direttore della Cia Campania e diretti da Sabino Basso, Presidente di Confindustria Avellino. E’ stato eletto Presidente del Comitato Raffaele Amore, vice Presidente Angelo Petolicchio e tesoriere Antonio Casazza. Il consiglio direttivo invece è formato da Salvatore Falco dell’azienda olio Dante, Sabino Basso titolare dell’omonima azienda, Roberto Zambelli, Michele Russo, Maurizio Capitelli, Pasquale Moscaritolo e Luigi Milano.

Negli anni, si sono succeduti vari tentativi di certificare la produzione olearia, ma i risultati non sono stati positivi e ancora oggi – purtroppo – si stenta a dare valore all’olio campano. Dalle DOP, per esempio, non sono arrivati i risultati attesi, nessun valore aggiunto è arrivato dopo ben venti anni, tranne qualche piccola realtà che di poco si è differenziata.

L’IGP invece, a mio parere, è uno strumento innovativo, perché in primis darebbe la possibilità di avere disponibile e commercializzare un prodotto sempre di qualità (chimicamente e organoletticamente) anche in annate di scarica o mancata produzione come quella appena trascorsa. Ma ancora, aiuterebbe l’impresa a fare marketing ed affermarsi sul mercato e sfruttare finanziamenti mirati messi in campo dalla Regione o dallo Stato. Non trascuriamo infine, l’immagine che questo marchio può portare al territorio campano ed in particolare ad alcune aree, in termini di turismo ed enogastronomia.

In bocca al lupo quindi e buon lavoro, consapevoli che l’IGP rappresenta l’ultima chance che tutti gli operatori del settore dovrebbero cogliere e che uniti, nella loro libertà e indipendenza, nella loro unicità e con forza dovrebbero volere. L’IGP per l’olio Campano serve a tutti i produttori per rilanciarsi concretamente e risvegliarsi da quel sonno profondo in cui sono caduti, depredati dal fallimento del passato, per portare il valore degli oli della terra Campana in giro per il mondo.


di Vincenzo Nisio - tutti i diritti riservati

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