Olio, cultura, formazione e ristorazione

Circa 3 quintali di olive, occorrevano per una “macina”, unità di misura adoperata nel passato – in Sicilia – per la stima del frutto pendente al fine di ricavarne la corrispondente quantità di olio. ‘A Marrachiglia, invece, era il termine utilizzato per indicare le piccole quantità di olive, di diversi olivicoltori, messe insieme per comporre una macina.

E finalmente si inizia a parlare – in maniera propositiva – di olio di qualità nella ristorazione. Solo qualche giorno fa ho pubblicato un articolo di una brutta esperienza: http://gastroliart.blogspot.it/2013/09/le-oliere-che-battaglia-e-che-tristezza.html

L’iniziativa, in collaborazione con la Proloco Pianese, è di Slow Food Matese, Massico e Roccamonfina, Valle Telesina e Volturno, che hanno organizzato un evento per valorizzare il forte legame che insiste fra le produzioni oliandole e la ristorazione di alta qualità. Si presenterà alla stampa Lunedì 30 Settembre, nella Chiesa di Santa Maria a Marciano di Piana di Monte Verna – in provincia di Caserta – alle ore 17:00. Saranno presenti ospiti illustri come il prof. Raffaele Sacchi, docente di scienze e tecnologie alimentari all’Università Federico II di Napoli e Gaetano Pascale, presidente Slow Food Campania, oltre all’intervento di alcuni chef campani.

Bisogna crederci fino in fondo e impegnarsi tanto, perché le opportunità per valorizzare gli oli da olive nella ristorazione ci sono e sono concrete. Imparare a conoscere l’extravergine per poterlo impiegare in cucina e servirlo nelle gastronomie, è questo il segreto che racchiude le grosse difficoltà. C’è bisogno di formazione, educazione e cultura, per rendere collaborativo il mondo della ristorazione e gli chef. C’è troppa improvvisazione e troppa svogliatezza negli abbinamenti, fino al rabbocco delle bottiglie, pratica irrispettosa ed insostenibile.
Bisogna spiegare il linguaggio organolettico per distinguere ogni singolo olio, accertarsi e capire la qualità, perché un olio da olive di qualità elevata permette straordinarie possibilità di accostamento ai cibi, elaborando sensazioni e profumi sorprendenti. Oltre all’aspetto salutistico, da non sottovalutare.

Estendo l’invito a chiunque volesse partecipare, in particolare a ristoratori, chef, operatori del settore della gastronomia e giornalisti.


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