Versare la cultura dell'olio in una
piccola bottiglia da 100 ml.
Ok, hanno fatto un bel lavoro gli
amici della cooperativa Colline del Matese, pensando
di poter presentare più facilmente alle gastronomie il loro pregevole
extravergine nelle bottiglie da 100 ml. Ma potrebbe davvero essere questa la
soluzione? Il giusto approccio con l’extravergine? La soluzione per
valorizzarlo nella ristorazione? Stabilirlo, a mio parere, è
complicato, anche perché tutti – dal consumatore al ristoratore – sono ancora alquanto
restii a comprendere l’importanza ed il valore di questo prodotto.
Un dato è reale, sono molti i ristoranti – anche qualificati – ad usare ancore
le “anonime ampolline” di scadente olio, davvero pochi quelli che presentano al
tavolo un extravergine di oliva correttamente etichettato e ancora di meno
quelli che offrono una scelta fra oli diversi.
L’iniziativa è bella, sia chiaro, e
non perché sono stato io a pensarla e proporla a loro. Oltretutto la mia idea è
quella di realizzare la “carta dell’olio
dell’alto casertano” ed inserire proprio
la bottiglina da 10 ml da proporre al consumatore e che lo stesso acquisterebbe
e porterebbe a casa. L’unico problema potrebbe essere il prezzo – visto che una
bottiglia piccola costa di più – però si utilizza più velocemente e soprattutto
il consumatore la può anche portare a casa. I ristoratori, che io
rispetto molto perché lo meritano e poi mi piace visitare e mangiare nelle
gastronomie, mancano forse di rispetto ai produttori ed anche al prodotto. I produttori invece - a loro volta - hanno grande rispetto per i ristoratori. La difficoltà resta la
cultura del prodotto e l’educazione degli operatori del settore, senza la quale
nessun tipo di iniziativa potrà mai avere la giusta efficacia.
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