Il patrimonio olivicolo
italiano, estremamente cangiante, offre potenzialità inconfutabili di
produzioni olivicole con notevoli differenze nelle caratteristiche chimiche e
sensoriali. Storia, territorio, cultura e identità genetica, è quello che si
percepisce in un olio monovarietale.
Ho ricevuto in regalo uno
straordinario volume dedicato agli oli monovarietali – degli autori Antonio Ricci, Barbara
Alfei e Giorgio Pannelli, dall'azienda olivicola Cipriano
Benedetta, presente anche con il suo Koinè, monovarietale di
Tonda del Matese. Un
volume curato nella stampa e nel particolare formato, ma anche nei racconti e
per le tante bellissime rappresentazioni fotografiche.
Bella anche l’introduzione
del Ministro delle Politiche Agricole, On. Nunzia De Girolamo, la quale ha dedicato importanti parole agli oli monovarietali: …“Gli
oli monovarietali contengono la memoria genetica territoriale nella loro
composizione: stessa pianta, stesso frutto, stessa terra. Una caratteristica
che si tramanda di generazione in generazione, di mano in mano, di tavola in
tavola e che descrive tutte le peculiarità di un prodotto di prestigio.”
Le potenzialità di sviluppo
degli oli monovarietali, a mio parere, sono notevoli, anche se è ancora poca l’attenzione
sia del produttore che del consumatore. E’ un prodotto di nicchia, e sono
ancora pochi i consumatori disposti a spendere qualcosina in più per avere un
prodotto differente, nei profumi e nei sapori. Certo è, che il monovarietale è
un prodotto speciale, per le caratteristiche organolettiche e nutrizionali, e
bisogna tutelarlo e valorizzarlo per preservare l’identità territoriale della
varietà autoctona.
Colgo l’occasione anche per
segnalarvi l’interessante database di oli monovarietali italiani raccolti e analizzati sotto il profilo
chimico e sensoriale in dieci anni di attività.
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