Ci sono alcune semplici regole, che se rispettate dall’olivicoltore,
permettono di ottenere olio di ottima qualità. In Italia, soprattutto in alcune regioni, ci sono particolari
condizioni climatiche e particolari cultivar, che rappresentano valori aggiunti
per l’ottenimento di un ottimo olio. Le cultivar di olivo presenti nel nostro
paese sono 538, una ricca biodiversità che rende i nostri oli unici al mondo. Anche in queste regioni
però, come nelle altre aree con minore vocazione olivicola, si posso produrre
oli con presenza di difetti – in mancanza del rispetto delle “semplici regole”.
Ho avuto occasione in questi giorni di capire che nella testa delle persone e dei consumatori ci sono delle false concezioni, riguardo soprattutto agli oli provenienti da altre nazioni. Il punto è che come in Italia, anche in altri paesi del mondo si possono produrre oli di elevato pregio, e come in Italia anche in altri paesi del mondo si possono produrre oli difettati e di bassa qualità. Per la poca esperienza che ho posso dire che buona parte degli olivicoltori italiani allevano le piante di olivo in modo intelligente e con grande rispetto dell’ambiente e della coltura, di conseguenza l’Italia è produttrice di ottimi oli perché gli olivicoltori rispettano le “semplici regole”. Fare attenzione a quando e come si effettuano i trattamenti fitosanitari, raccogliere le olive e posarle in cassette finestrate e ben areate e non in sacchi dove si sviluppano fermentazioni e muffe, molire le olive solamente dopo qualche ora dalla raccolta in frantoi moderni e igienicamente inappuntabili, sono solo alcune regole che i nostri olivicoltori e quelli degli altri paesi del mediterraneo rispettano per l’ottenimento di un olio eccellente.
La restante parte degli olivicoltori, produce olio che presenta difetti - più o meno importanti - pur essendo produttori italiani e quindi olio italiano. Ciò, ovviamente, avviene anche per il prodotto degli altri paesi del mondo. L’olio, se fatto bene è buono dappertutto, anche se è vero: l'Italia ha una marcia in più!
Ho avuto occasione in questi giorni di capire che nella testa delle persone e dei consumatori ci sono delle false concezioni, riguardo soprattutto agli oli provenienti da altre nazioni. Il punto è che come in Italia, anche in altri paesi del mondo si possono produrre oli di elevato pregio, e come in Italia anche in altri paesi del mondo si possono produrre oli difettati e di bassa qualità. Per la poca esperienza che ho posso dire che buona parte degli olivicoltori italiani allevano le piante di olivo in modo intelligente e con grande rispetto dell’ambiente e della coltura, di conseguenza l’Italia è produttrice di ottimi oli perché gli olivicoltori rispettano le “semplici regole”. Fare attenzione a quando e come si effettuano i trattamenti fitosanitari, raccogliere le olive e posarle in cassette finestrate e ben areate e non in sacchi dove si sviluppano fermentazioni e muffe, molire le olive solamente dopo qualche ora dalla raccolta in frantoi moderni e igienicamente inappuntabili, sono solo alcune regole che i nostri olivicoltori e quelli degli altri paesi del mediterraneo rispettano per l’ottenimento di un olio eccellente.
La restante parte degli olivicoltori, produce olio che presenta difetti - più o meno importanti - pur essendo produttori italiani e quindi olio italiano. Ciò, ovviamente, avviene anche per il prodotto degli altri paesi del mondo. L’olio, se fatto bene è buono dappertutto, anche se è vero: l'Italia ha una marcia in più!
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