Per un bouquet aromatico eccellente, raccogliere le olive di notte

Sarà vero?
Ieri l'ho visto in tv, a Rai Uno - Linea Verde. Sia chiaro, l’iniziativa e l’evento che hanno creato ad Ugento (Le) sono originali, anche in termini di visibilità per l’olivicoltura salentina, che ne ha tanto bisogno. E complimenti alla azienda olivicola Forestaforte di Gagliano del Capo che ha ospitato l’evento e che ricerca nuove prospettive per preservare la qualità organolettica dell’olio da olive prodotto.
Finché si tratta di sperimentazione, con le Università e gli Istituti di Ricerca, per valutare l’incidenza delle temperature ambientali sulla intensità e le caratteristiche sensoriali dell’olio estratto, sono d’accordo anch’io. Ma dopo, ottenuti i risultati – parere personale – è una attività che non può avere alcun seguito, se non quello di creare “l’evento” annuale per la promozione del territorio. Che non è poco!
Anche perché questo risultato lo otteniamo, nel nostro territorio, già da qualche anno, semplicemente raccogliendo le olive e portandole al frantoio dopo qualche ora (massimo due o tre). Sinceramente, raccogliere le olive di notte, significa organizzare prima il cantiere, lavorare con scarsa visibilità, avere difficoltà nella gestione delle olive raccolte per poi arrivare alla molitura comunque dopo qualche ora. Nelle cassette le olive comunque tendono a riscaldarsi un po’.
Comunque sono sincero, attendo curioso il risultato dell’azione di ricerca promossa da Coldiretti Lecce e concertata con l’Università del Salento, l’Ispa Cnr, il Multilab della Camera di Commercio, l’Università di Perugia e Unaprol.
Se tutto questo rappresenta innovazione?
Se sono percorsi avanguardistici? Curioso, attendo.

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