Extraverginità. Truffe e scandali nella filiera dell'olio di oliva

E’ indubbiamente un libro importante, unico nel suo genere. Tom Mueller, giornalista statunitense, laureato a Harvard con dottorato in Storia Medievale a Oxford, da grande appassionato di olio da olive ha scritto un libro di grande rilevanza.
Alla fine del post vi riporterò quanto disse Flavio Zaramella - presidente dei Mastri Oleari - all’autore Mueller in un momento di rabbia, parole che sono riportate anche alla fine del libro, sulla copertina che lo chiude.
Bella anche la prefazione di Milena Gabanelli, che ricorda l’inchiesta del 2002 in una memorabile puntata di Report sul falso extravergine.
Mi è piaciuto molto soprattutto per i tanti riferimenti alla cultura e alla storia, affermando l’importanza che il prodotto ha avuto nel passato occidentale ed affrontando un tema a cui io tengo molto: l’importanza della cultura di prodotto e l’educazione all’olio necessaria e del tutto assente in un paese come l’Italia.


Ovviamente, come potete immaginare, il libro si concentra sulle frodi nel comparto e lo fa in maniera del tutto autorevole, senza invenzioni, in maniera approfondita e determinata, svelando ogni processo - legale o illegale che sia - ma cercando di mettere il consumatore sulla giusta strada mediante l’informazione giusta. La considerazione che mi viene da fare leggendo il libro è una ed è semplice: noi consumiamo olio extravergine da olive perché pensiamo - giustamente - che lo stesso abbia un ruolo importante dal punto di vista della nostra salute, nella prevenzione di alcune malattie; mentre l’olio che acquistiamo nei supermercati, anche a prezzi bassi o molto bassi, perde tali benefici se trattato chimicamente mediante processi di raffinazione o se non è extravergine. E’ vero anche che troviamo extravergini da meno di due euro a più di venti euro, di altissima qualità e scadenti, e non ci si capisce un bel niente: purtroppo la dicitura “extravergine” l’hanno demolita nel suo significato. Il vero extravergine è puro succo di oliva, che non ha subito alcun trattamento di nessun tipo, è quello che la stragrande maggioranza delle persone confonde con olio di cattiva qualità; “troppo amari, piccanti, troppo forti e fruttati”. E qui c’è un’altra grande questione: la cultura e l’educazione all’olio. Si fa poca valorizzazione del prodotto, ed è giusto quando Tom Mueller dice che nei ristoranti non esiste una carta degli oli ed addirittura l’olio - a differenza del vino - non si paga.
Io aggiungo anche la vergogna nella ristorazione con le sacrosante oliere, e non è tutta colpa delle Leggi che non ci sono (anche se adesso con la Legge Mongiello qualcosa dovrebbe cambiare) ma anche del rispetto che la ristorazione non ha nemmeno nei confronti dei produttori che a stento riescono a sopravvivere.
Comunque, in conclusione, il libro di Tom Mueller va letto e con attenzione. Soprattutto per i consumatori.

Ecco quanto racconta Tom Mueller e le parole di Flavio Zaramella:

…Sbatté all’improvviso la bottiglia
Sul tavolo, facendo sobbalzare
le tazzine di caffè e i posacenere.
“Questo è quello che nel mondo
intero prendono per olio
extravergine d’oliva: questa roba
sta uccidendo l’olio di qualità
e sta facendo fallire i produttori
onesti”. Mi punto contro il collo
della bottiglia come una pistola,
poi sollevò gli occhiali per leggere
l’etichetta. “C’è scritto quello
che si legge su ogni olio d’oliva:
100% italiano, spremuto
a freddo, molito con macine
di pietra, extravergine…”. Scosse
il capo, come se non credesse
ai suoi occhi. “Extravergine?
Cos’ha a che vedere con la
verginità quest’olio? Questo è
una puttana”.

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