Il titolo è provocatorio,
tuttavia è certamente un peccato non valorizzare gli oli vergini di oliva. Ne
ho parlato già QUI, perciò ci tengo a ribadire che non sono
assolutamente contro l’imbottigliamento degli oli vergini di oliva, anzi. E’ un
percorso futuristico che bisognerà adottare, ogni azienda dovrà valorizzare il
proprio olio anche attraverso il confezionamento del vergine di oliva ma
bisognerà prima fare buona comunicazione e corretta informazione al
consumatore. C’è infatti un aspetto che non può essere messo da parte, legato
alle persone che consumano olio d’oliva. E’ l’aspetto sociale, inteso come il
rapporto che i consumatori hanno con la cultura dell’olio.
Consumatore:
buongiorno signora!
Produttore: buongiorno
a Lei, mi dica, come sta?
Consumatore:
bene grazie, sono venuta per acquistare dell’olio extravergine.
Produttore: ah
certo! Vede signora, quest’anno è stata una annata difficile, abbiamo prodotto
del buon olio ma per onestà debbo dirvi che non è extravergine. E’ un olio
vergine d’oliva, ottimo lo stesso.
Consumatore:
capisco signora, e dov’è la differenza?
Produttore: bè
la differenza fondamentale sta nell’acidità, nel senso che il valore è
contenuto fra 0,8 grammi per 100 grammi e 2 grammi per 100 grammi, mentre per l’extra
vergine non supera il valore di 0,8 grammi per 100 grammi.
Consumatore:
mmm… allora me ne dia solo qualche bottiglia, così lo provo e poi magari ci
rivediamo.
Produttore: se
vuole glielo faccio provare adesso signora! La differenza vedrà, neppure la
percepisce.
Consumatore:
no, non si preoccupi, La ringrazio. Voglio farlo provare anche alla mia
famiglia: sa! In famiglia siamo molto esigenti! Non vorrei…
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