Ho approfondito, con l’ausilio della rete, questo sottile aspetto legato alla etichettatura degli oli monovarietali perché ritengo che sia molto importante per le aziende. Innanzitutto è fondamentale sottolineare che la dicitura “monovarietale di…” non è obbligatoria ma facoltativa e, come tale, deve essere supportata da tutta la documentazione giustificativa per dimostrarne la veridicità. Altro dato importante è che si possono indicare solo le varietà registrate al Ministero delle Politiche Agricole e Forestali.
Dopo questa breve premessa passiamo al pratico. Le aziende devono possedere le fatture di acquisto delle piante messe a dimora dalle quali si evince anche la varietà, in caso contrario devono provvedere ad incaricare un tecnico specializzato per redigere una perizia tecnica o relazione agronomica con mappa allegata dalla quale si evince la individuazione e la quantificazione delle piante e varietà presenti nell’oliveto. Il documento di trasporto (DDT) che l’olivicoltore prepara prima di trasportare le olive in frantoio, deve contenere le seguenti informazioni: varietà di olive trasportate, origine delle olive e quantità approssimativa delle olive che devono - ovviamente - essere di un’unica varietà. Quest’ultimo dato (quantità approssimativa delle olive) deve essere rettificato all’arrivo in frantoio, dopo aver effettuato la pesata effettiva.
Ora, veniamo al frantoio e ai suoi impegni. Le olive che arrivano devono essere conservate e lavorate separatamente e, una volta prodotto l’olio, il frantoio deve restituirlo all’azienda indicato nel DDT o fattura la varietà delle olive molite, l’origine e la categoria merceologica (extra vergine, vergine oppure in attesa di classificazione). Se il frantoio trattiene l’olio presso la propria struttura, il prodotto va conservato in contenitori separati con indicazione di: varietà, categoria merceologica (con facoltà di indicare “olio in attesa di classificazione” con l’impegno di effettuare le dovute analisi prima del confezionamento) e capacità dei contenitori.
L’azienda olivicola, quando ritira l’olio dal frantoio, deve indicare sul DDT o in fattura, il quantitativo, la varietà e l’origine (es. italia). Ovviamente l’olio va conservato in contenitori separati con indicazione di: varietà, categoria merceologica (con facoltà di indicare “olio in attesa di classificazione” con l’impegno di effettuare le dovute analisi prima del confezionamento) e capacità dei contenitori. Ultima raccomandazione: se l’imbottigliamento viene effettuato da terzi, bisogna riportare sul DDT che accompagna l’olio la varietà, la quantità di olio e l’origine.
Ci sono aziende che hanno una etichetta unica per tutte le tipologie di olio prodotte, cioè non hanno una specifica etichetta con la dicitura “monovarietale di…” . In tal caso è possibile incollare sulla bottiglia una ulteriore etichetta adesiva con la predetta dicitura. Rispettate e documentate tutte le fasi di produzione e lavorazione per non incorrere in diffide o sanzioni. In sostanza, tracciabilità, dall’oliveto alla bottiglia.
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