Mio padre ha qualche decina di alberi d'olivo; io e lui
facciamo la raccolta; un po' di olio lo vendiamo; quanto fanno girare i
santissimi, quelli che si raccomandano che l'olio non "pizzichi alla
gola"; il nostro consiglio è: "compratevi la m….a sottocosto al
supermercato".
E’ l’indignazione
di Francesco
Protopapa emersa a seguito del mio articolo “L’extravergine non è tutto uguale”
- ricondiviso da Olio Calandrone
su Google+ - e che trova piena condivisione da parte mia e credo da tutto il
mondo dell’agricoltura di qualità che stenta a vivere.
Tutti ce ne
dovremmo rendere conto.
“… non solo lo vogliono piatto - continua Francesco - ma
lo vogliono pagare pure a prezzi da discount. Non parliamo dell'uva, perché la
situazione è drammatica, mio padre lavora la terra da sempre, ha 72 anni e si è
stufato. Se dovessimo campare solo con quello che ci dà la terra, staremo a
chiedere l'elemosina davanti alle chiese.
E’ il
problema reale dell’agricoltura italiana, purtroppo.
Cosa rispondiamo a questo
tipo di “voci”? E soprattutto, quali
soluzioni possiamo mettere in campo per cambiare la dinamica di questa
agricoltura? Chi deve tutelare l’olivicoltura di qualità? Chi permette tutto
questo?
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