Leggo, in giro per internet,
della insoddisfazione sull’introduzione del
tappo antirabbocco – da parte di chi fino ad ora ha lamentato il rispetto e la
tutela dell’olio. Mi sorprende quindi leggere lamentele di chi implora la
cultura di prodotto come unica soluzione per “uscire dalla nebbia”. La cultura
è cultura ed è la cosa su cui lavorare, per carità, ma purtroppo – e dico
purtroppo – la Legge adesso ci vuole. Adesso basta.
Abbiamo dunque investito tanta
energia, in incontri, convegni, happening e eventi, ma alla fine la pratica del
rabbocco è sempre più frequente, come anche l’uso delle oliere vietate dal
2006. Dobbiamo pretendere – purtroppo – con forza il rispetto per chi produce
olio e per il consumatore, perciò io sono favorevole. Sul caso ho raccolto anche la
testimonianza di un professionista del settore.
Paola Monaco
– agronomo
"...Dato che la cultura si basa
sulla conoscenza e sulla tutela delle nostre radici, l’introduzione del tappo
anti effrazione consente di tutelare il prodotto e di conseguenza il produttore
ed il consumatore e, quindi, è una pratica che fa cultura perché ci permette di
tenere in tavola la qualità - espressione fondamentale delle radici del
territorio e dell’olio extravergine..."
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