I ricercatori del dipartimento di Scienze Agrarie Alimentari
e Agro-ambientali dell’Università di Pisa hanno brevettato un nuovo sistema di
estrazione per l’olio da olive. La ricerca, coordinata dal professor Gianpaolo Andrich insieme ai
collaboratori Angela Zinnai, Francesca
Venturi, Chiara Sanmartin, Maria D’Agata e Isabella Taglieri, ha avuto
inizio nell’anno 2008 ed oggi, a distanza di sei anni, si riscontrano particolari
risultati che mi hanno incuriosito e che condivido con voi molto volentieri.
L’anidride carbonica solida provoca il congelamento
dell’acqua presente all’interno dei frutti e la formazione di cristalli di
ghiaccio che a loro volta determinano il collasso della struttura cellulare
della polpa, facilitando la fuoriuscita delle sostanze e il loro trasferimento
nell’olio, che si arricchisce così in metaboliti cellulari ad elevato valore biologico. Inoltre l’anidride carbonica gassosa è più pesante dell’aria
per cui tende a restare al di sopra della pasta delle olive in lavorazione,
creando uno strato gassoso in grado di evitare il contatto diretto con
l’ossigeno dell’aria e quindi di preservare i costituenti cellulari dalla
degradazione ossidativa”.
“L’olio extravergine prodotto utilizzando il nostro brevetto
– ha concluso Gianpaolo Andrich – è più strettamente legato alla materia prima
utilizzata, alla tipologia di olive lavorate e alla loro zona di produzione, e
dunque si presenta come un prodotto tipico contraddistinto da chiare ed
inconfondibili caratteristiche organolettiche più facilmente riconoscibili e
identificabili dal consumatore”.
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