E' stata una positiva contaminazione, oggi, la passeggiata fra gli ulivi di zio Mario Capobianco. E così, come piace a lui condividere questi straordinari momenti, condivido anch'io lo splendore di quei maestosi paesaggi, di quei colori e di quelle terrazze alle quali zio Mario ha assegnato un nome specifico, come segno di unione, frutto del suo amore per la montagna. Siamo partiti da quota zero per arrivare in cima, passeggiando a zig zag fra gli ulivi secolari di Tonda del Matese e Olivastro che silenziosi raccontano la storia di noi, figli di quella terra. Storie di famiglie, di eventi calamitosi che hanno lasciato un segno, come quelli dolosi del fuoco che ha bruciato gli ulivi ma non li ha uccisi; sono rinati in una nuova generazione, quella buona, capace di dare frutti nuovi nel ricordo dei vecchi tronchi. E poi il corbezzolo, il mirto, le erbe che manco conoscevamo bene e altri frutti dimenticati: è il capolavoro della natura che affascina, la percezione viva della bellezza, l’azione del tempo e il tutto, perfezionato dai racconti che man mano zio mi raccontava. Sono bastate due ore ma non mancherà il tempo di ritornare, lì, in quel palcoscenico naturale, nei luoghi della nostra cultura.
L’ulivo è un albero millenario dalle mille virtù, dicono che sia nato
insieme al mondo in segno di pace. L’alto casertano è un territorio ricco di
ulivi, quasi 400.000 alberi, e vocato alla produzione di olio extravergine da
olive di alta qualità.
Troviamo varietà autoctone, come la Tonda del Matese, che hanno
peculiarità uniche, sia chimiche che organolettiche. L’olio extravergine
prodotto nel Matese è un prodotto singolare, leggero e composto, dal fruttato
di oliva medio, verde con sentore di mela banana, carciofo, erba appena
falciata. Al sapore è deciso, con finale di bocca equilibrato tra amaro e
piccante, con riflessi di mandorla, erbe di campo e rucola.
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