Uno di quei momenti in cui il passato si materializza e rievoca in qualche modo quegli istanti vissuti tra periodi di grande difficoltà e di grande gioia. Una contraddizione se vogliamo, uno spaccato, quello del grano, che accompagna l’uomo da millenni e che ha costruito la nostra cultura. Il convegno, organizzato dalla Pro Loco Casali di Faicchio presso la sala consiliare del Comune di Faicchio, è stato davvero un bel momento di aggregazione e condivisione degli aspetti più importanti legati al tema di discussione che hanno scelto: “Lo straordinario viaggio di un chicco di grano”. Tema più centrale che mai se si pensa che il grano è meravigliosamente in viaggio da secoli e secoli ed è ancora estremamente presente nei ricordi e nel sangue di ognuno di noi. Il grano rappresenta l’essenziale, la semplicità, il momento per riflettere e chiedersi in quale direzione stiamo andando. È stato giusto perciò dedicare del tempo anche alla storia, senza la quale non potremmo capire l’oggi e le nostre distrazioni, gli abusi, l’offesa alla natura e alla terra, le nostre negligenze.
Quella del
passato più recente, nella nostra terra, era una vera e propria “civiltà
contadina”, intesa essenzialmente come l’insieme di tutti quegli aspetti
culturali che si sono generati in maniera del tutto spontanea fra gli attori
dell’epoca e dovuti soprattutto a determinate esigenze, come quella – per esempio
– di dover nutrire la propria famiglia. Periodi segnati da momenti felici e
non, come quello nel pieno della prima guerra mondiale quando gli agricoltori
vennero invitati a coltivare più frumento, anche su pascoli e terreni lasciati
incolti, e costretti a consegnare tutto il raccolto tranne quello strettamente
necessario per la famiglia. Serviva per alimentare col pane i soldati in guerra.
Poi, nell’epoca fascista ci fu la famosa “Battaglia del Grano”, un piano che
aveva lo scopo di aumentare la produzione di grano per eliminare l’importazione
che costava all’Italia circa 4 miliardi l’anno. E fu la stessa America, dalla
quale importavamo l’alimento, con tutte le sue contraddizioni, a venirci in
aiuto con un prestito di 100 milioni di dollari per realizzare il progetto e un
ulteriore prestito di 30 milioni di dollari alla Fiat per riconvertire la
produzione bellica a favore della costruzione di nuove macchine per l’agricoltura.
All’America interessava soprattutto risolvere il problema della pressione
immigratoria degli italiani che andavano lì a cercare fortuna. Raggiunta l’indipendenza
della produzione di grano però, la seconda guerra mondiale. E fu fame vera,
grandi restrizioni, divieti, lotte, occorreva produrre per i soldati in guerra.
Insomma quella del grano è una storia lunga, lunghissima, dalla quale si possono
raccogliere istanti di vita vissuta autentici e grandi insegnamenti.
È
fondamentale creare nuovi stimoli e non permettere che tutta questa storia resti
solo un semplice e smarcato ricordo impresso su qualche libro che magari
nessuno leggerà mai, abbiamo bisogno di tornare alle nostre radici e a vivere
col ritmo delle giornate per riscoprire quella cosa stupenda che si chiama semplicità,
l’essenziale, quella sensazione di meraviglia del mondo che abbiamo quasi del
tutto perduto e ricominciare a pensare che questa nostra piccola vita invece è
qualcosa di importantissimo perché è parte di tutto quello che è stato e che
oggi è intorno a noi.
Dobbiamo
tornare a nutrirci della crusca, dell’endosperma, del germe di grano e non
della farina depauperata della propria essenza, della propria sacralità.
Qui un
ottimo servizio realizzato da Federica Landolfi
per Mediatv
La XIII edizione della Festa del Grano continuerà il 22 - 23 e 24 giugno presso Casali di Faicchio, in provincia di Benevento. Maggiori info QUI
di Vincenzo Nisio - tutti i diritti riservati
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