Scrivo questo
articolo a seguito di una mia riflessione maturata dopo aver commentato un
articolo del dott. Caricato su Olio Officina Magazine: Le virtù miracolose del lampante.
Quando parliamo di questo
prodotto – l’olio lampante – la prima cosa che ci viene in mente è il passato,
la storia dei nostri nonni, la tipologia di olio che si consumava anni e anni
fa. Pensiamo che, per fortuna, ci siamo evoluti e abbiamo capito come si fa la
qualità. Pensiamo, ma a quanto pare non è così.
A quanto pare in Italia sono
presenti ancora ingenti quantità di olio di oliva vergine lampante, potete leggerlo in
questo articolo di Domenico Petrosillo
su Olio Officina Magazine (leggi qui).
L’olio lampante dunque, è un olio
“non commestibile” ma a quanto pare
ancora molto consumato – immagino
inconsapevolmente – da una grossa fetta di persone che non sono informate. Bisognerebbe
accertare il livello di qualità dell’olio quando si va in frantoio ad acquistarlo
direttamente, almeno mediante un sistema analitico. Inoltre quando il
produttore ritira l’olio per trasferirlo presso la propria azienda, effettua le
analisi analitiche e sensoriali per garantire al consumatore la qualità?
Altrimenti come si fa a dire che è extravergine?
Ecco, per completezza vi indico
le varie tipologie di olio (commestibile) che esistono così potete regolarvi ed
essere più consapevoli.
Olio extra
vergine di oliva. Estratto
dalla sola spremitura delle olive. L’acidità libera, espressa in acido oleico,
non è superiore a 0,8 grammi per 100 grammi.
Olio
vergine di oliva. Estratto dalla sola
spremitura delle olive. L’acidità libera, espressa in acido oleico, non è superiore
a 2 grammi per 100 grammi.
Olio di
oliva. (quello che di solito si trova al
supermercato) Nasce come olio vergine lampante (cioè non commestibile), con
acidità libera superiore a 2 grammi per 100 grammi, ma viene rettificato in
raffineria per renderlo commestibile. Questa tipologia di olio subisce alcuni
trattamenti, viene purificato e vengono eliminati i difetti organolettici, dopodiché
viene mescolato con dell’olio vergine di oliva assumendo la categoria
commerciale di “olio di oliva”. In etichetta viene indicata la dicitura
“composto di olio di oliva raffinato e olio di oliva vergine”. L’acidità libera,
espressa in acido oleico, non è superiore a 1 grammo per 100 grammi.
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