Per molti (forse per troppi) l’olio è un banale condimento, più il
sapore è piatto e meglio è, altrimenti non piace, crea subbuglio al piatto o
all’insalata. Bene, sono felice di comunicarVi – e credetemi sulla parola – che
non è affatto così. L’extravergine va abbinato ad ogni singolo piatto, ad ogni
pietanza, sugli antipasti, sui primi, sui secondi, sui dolci e così via. Sempre un olio diverso, con il suo
bouquet aromatico da percepire e gustare. Lo so, non tutti hanno la capacità di
abbinare un olio e soprattutto non tutti hanno la cultura di farlo, ma è molto
semplice e anche un po trendy, oltre ad essere molto elegante.
Torniamo a noi. Immaginate di avere degli amici a cena a casa e
proporre loro 4 o 5 diverse bottiglie di extravergine di qualità, ognuno con
sentori e profumi diversi e magari spiegare loro anche le differenze, la
provenienza, la storia di quell’olio e di quell’altro, perché pizzica e perché
è amaro, che il colore non è indice di qualità, che cosa sono i polifenoli e
quante altre cose. E’ stupendo vero? Si, c’è tutto un mondo intorno all’ulivo e
all’olio, specie in quest’ultimo, quando è extravergine.
Immaginate invece di avere degli amici a cena a casa e proporre loro un
unico olio sulla tavola, magari di bassa qualità, senza profumi quindi piatto o
con odori sgradevoli, inosservato, magari la bottiglia è unta, senza identità
territoriale, una miscela di oli comunitari o extracomunitari. Cosa c’è da
condividere e da raccontare? Nulla. All’olio d’oliva vi dedicate poco e date
poca importanza, nell’elenco delle cose da comprare è sempre l’ultimo,
desistete all’idea che possa essere un acquisto importante anche dal punto di
vista culturale. Agli altri prodotti invece, storicamente anche meno importanti,
date grande importanza e vi impegnate ad acquistarli di qualità, possibilmente biologici
e del territorio. Ah!, e non provenienti dalla terra dei fuochi. Però che l’olio
non sia di grande qualità o che provenga da chissà dove non ve ne può fregare
di meno. Non capisco, ma vi capisco.
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