Sarò io, domani, l'oleologo al Giffoni Film
Festival. Sarò lì in qualità di consulente del Gal Alto Casertano,
capofila del progetto Ruralità Mediterranea. Parlerò
ovviamente di olio nella solita maniera insolita, chi mi conosce sa che non
sono standard e che mi piace comunicare la cultura e la storia, prima di tutto.
Gli uliveti, gli olivicoltori, il paesaggio, il passato, il presente, il
futuro, l’olio. Con l’olio, soprattutto con quello extravergine di qualità, ci
si può divertire con racconti, poesia, storie passate e con un pizzico di
fantasie si entra dritti dritti in un mondo completamente sconosciuto.
E poi, un extravergine che non può mancare. Il Koinè, di cui spesso ho parlato. E’ l’olio prodotto dall’azienda
agricola di Benedetta Cipriano, un
progetto partito qualche anno fa che oggi ha raggiunto un buon livello di
qualità del prodotto e di visibilità. E’ una azienda tipo, tutti dovrebbero
seguire l’esempio, ed è un’azienda che fin dal primo incontro sulla volontà di
realizzare una IGP Campana per l’olio da olive ha dato il suo consenso. Nelle
cose, è evidente, ci si deve credere. E’ un olio monovarietale di Tonda del Matese,
autoctona del territorio dell’alto casertano, caratterizzato da un livello
medio di fruttato, un livello medio di amaro e piccante, con sensazioni
prevalenti di erba/foglia e carciofo e leggeri sentori di pomodoro e mandorla
fresca. Provare per crederci.
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