Prendo spunto da una giusta riflessione fatta dall’azienda salentina olearia Schirinzi
su un mio articolo relativo ai principali esami dell’olio da olive (QUI), quelli più significativi
effettuati in laboratorio per la caratterizzazione della qualità (acidità, numero di perossidi ed esame
spettrofotometrico UV, tocoferoli e Profilo Biofenolico ecc.). Questi, comunque,
non sono gli unici parametri che concorrono a determinare la classificazione
merceologica degli oli vergini da olive e il loro livello qualitativo, ce ne
sono anche altri che sono previsti dal Regolamento CE 2568/91 e successive
modificazioni.
Ma
cos’è il panel test?
Il termine inglese PANEL significa gruppo di persone che si riuniscono per
esprimere un giudizio. Statisticamente è provato che gruppi di 10 persone,
scelte a caso in una popolazione, presentano una soglia media di gruppo che è
ripetitiva, ovvero analoga a quella di un altro gruppo di altre 10 persone
della stessa popolazione. Quindi, in conclusione, un gruppo formato da 10
individui presenta una soglia media di gruppo che può essere ritenuta
rappresentativa della soglia dell’intera popolazione e, pertanto, tale gruppo
può essere utilizzato come strumento di misura per fornire validi risultati per
tutta la popolazione.
Ogni olivicoltore dovrebbe sottoporre al Panel Test il suo prodotto per la classificazione, ma purtroppo,
anche in questo caso, come dicevo nel precedente articolo (QUI),
nessuno o quasi se ne preoccupa. Evidentemente sono tutti così sicuri e certi
della qualità del loro prodotto che scrivono in etichetta extravergine senza
alcun problema. Bene, ne sono contento. Riprendo, infine, il commento dell’olearia Schirinzi sul mio
articolo: “se un olio ha buoni parametri analitici può presentare difetti
organolettici e sensoriali tali da essere declassato o ritenuto non
commestibile”, e in effetti è proprio così. Quindi attenzione a cosa viene
riportato in etichetta.
Il Panel Test è basato proprio sulla capacità del gruppo di
assaggiatori (di solito 10), opportunamente formati e allenati ad apprezzare le
caratteristiche olfattive e gustative degli oli vergini da olive e che hanno sostenuto
e superato un esame di idoneità e sono iscritti in uno specifico elenco
nazionale, di accertare la presenza o l’assenza di pregi e difetti. La
valutazione è quindi affidata al gruppo di assaggiatori (panel) guidati dal Capo Panel, che elabora statisticamente
il giudizio espresso da ogni singolo assaggiatore e concorre nella
determinazione del giudizio complessivo del panel. Tutti gli oli a marchio DOP
o IGP immessi in commercio sono sottoposti obbligatoriamente al panel test ma
questo obbligo non sussiste per l’olio extravergine di oliva non certificato,
che comunque è soggetto a verifiche a campione da parte degli organismi di
controllo preposti.
Con l’analisi sensoriale, oltre al difetto di rancido, riscaldo/morchia, avvinato, muffa, etc., sono riscontrabili
anche le caratteristiche di pregio di un olio, ovvero gli attributi positivi: fruttato di oliva verde o matura, carciofo,
erba, pomodoro, mandorla etc., determinandone altresì l’intensità.
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