Cresce spontaneo o viene coltivato nelle regioni con clima
mediterraneo, mite, temperato. L’ulivo appartiene alla famiglia delle Oleaceae e può vivere anche fino a 4000
anni, come testimonia l’esemplare di Luras,
un piccolo comune della provincia di Olbia-Tempio nella regione storica della
Gallura, in Sardegna. E’ il più
anziano d’Europa e lo chiamano “su
grandhe donnumannu” (il grande nonno). E’ questa l’emozione che deve farci
amare quest’albero unico al mondo. Può raggiungere i venti metri di altezza e
può avere una chioma anche di 12 metri. Le foglie sono coriacee e lanceolate
mentre i fiori, piccoli, bianchi e profumati, sbocciano tra aprile e giugno. La
drupa è il frutto dell’ulivo, di forma ovale, carnosa, verdastra, rossastra,
violacea o nerastra. La maturazione e l’accumulo dell’olio avviene a partire
dal mese di settembre fino dicembre, a seconda delle aree di produzione e del
clima.
All’assaggio
La tecnica di assaggio è regolata da normative nazionali e comunitarie
ed è una professione, anche molto complessa e rigida, che ha bisogno di aggiornamenti,
allenamenti e continui miglioramenti. Tutti però possiamo essere degli
assaggiatori amatoriali se seguiamo alcuni principi, tutti possiamo comprendere
le caratteristiche di un olio da olive vergine, basta sfruttare i nostri sensi:
vista, olfatto e gusto.
Vista
Il colore non fornisce alcuna indicazione sulla qualità dell’olio, ecco
perché gli assaggiatori professionisti utilizzano un bicchiere di colore blu. Possiamo
trovare oli molto intensi di colore verde scuro ma anche di colore giallo
paglierino e viceversa. Però è bene comunque osservare l’olio
controluce, agitandolo lievemente, per valutare la sua fluidità.
Olfatto
Basta versare in un bicchierino di carta un cucchiaio di olio e
scaldarlo con una mano coprendo il bicchiere con l’altra, in modo che il calore
liberi i componenti volatili, dopodiché va annusato per due o tre volte
cercando di captare tutte le sensazioni, positive e non. Fra le caratteristiche
positive dobbiamo ritrovare un aroma fruttato, la sensazione che ricorda il
frutto sano, fresco, dell’oliva e dell’erba appena falciata.
Gusto
Il primo assaggio deve servire a vaporizzare l’olio in bocca, farlo
giungere a diretto contatto con le papille gustative e soprattutto a
memorizzarne tutti i gusti. Durante il secondo assaggio, bisogna muovere la
lingua contro il palato per cogliere le sensazioni retro-olfattive. Anche qui,
bisogna ritrovare la sensazione organolettica che ricorda il sapore del frutto
sano, fresco, raccolto al giusto grado di maturazione. L’amaro ed il piccante sono
da considerare caratteristiche assolutamente positive dell’olio e non
bisogna confonderle con un difetto.
di Vincenzo Nisio
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