Rimanendo in tema di riti della tradizioni cristiana, ancora oggi la
domenica delle Palme si festeggia portando in spalla i suoi rami in chiesa per
la benedizione ed in questa accezione assurge a simbolo di pace e di
riconciliazione. D’altro canto la festa pasquale ruota intorno all’albero
sacro, nasce dall’Orto degli Ulivi per giungere al crisma battesimale. Ma
l’olio è presente in tutti i sacramenti: il simbolo della croce durante il
battesimo è unto dall’estratto delle olive e così la Cresima, la Consacrazione
dei Sacerdoti, l’estrema unzione, a significare la presenza dello Spirito
Santo.
Non mancano le curiosità. Pare che al termine di una preghiera
collettiva sul Monte delle Beatitudini, che domina il Lago di Tiberiade, il
pontefice Giovanni Paolo II durante il suo pellegrinaggio in Terra Santa
nell’anno 2000 aveva benedetto un ulivo offerto da un fondo israeliano per la
salvaguardia della terra. Solo quell'albero, tra i tanti presenti nel fondo,
produsse frutti. Lo riferì nel 2008 il giornale israeliano Yediot Ahronot.
Molto più recentemente Papa Francesco ha utilizzato un
pastorale in legno di ulivo lavorato dai detenuti del carcere di Sanremo.
Non solo tradizione cristiana però. La leggenda greca (anche in Grecia
l’albero era considerato sacro) vuole che Omero indicasse l’ulivo quale simbolo
di pace e di vita; pare che addirittura il legno con cui venne accecato
Polifemo fosse d’ulivo. Ulisse costruì il talamo nuziale, a significare forza,
unione e pace, dello stesso legno così come l’intero mobilio della sua dimora.
E come non citare la tradizione in uso tra gli antichi Romani di
premiare i cittadini valorosi con corone di rami d’ulivo e la nascita dello
stesso fondatore di Roma all’ombra dei suoi rami?
In ogni caso sull’origine sacra dell’albero non sembrano esservi dubbi.
In tutti i riti delle religioni dell’area mediterranea, da quella ebraica a
quella egizia esso era ed è simbolo di benevolenza divina nel confronti del
popolo e di giustizia. Considerato, insomma, un dono degli dei. La leggenda
greca vuole che fu proprio la dea della giustizia, Athena, a donare l’olivo
agli Ateniensi. E così, alla nascita di ogni bambino in città, era usanza
mettere a dimora un nuovo sacro albero. Esso sarebbe cresciuto con l’infante e
gli avrebbe donato protezione e vigore.
L’ulivo, si sa, è una pianta longeva e per questo è stato considerato
anche un simbolo di eternità e tenacia. Esso può resistere alle peggiori
avversità atmosferiche sia in condizioni di siccità che di freddo. Rinasce ogni
volta a mò di Araba Fenice; ad ogni taglio del tronco nuovi germogli spuntano
dai monconi.
Per i popoli nordici rappresentava l’albero della conoscenza, così come
lo era la quercia per i Celti.
I due colori delle foglie, il verde e l’argento rappresentano il sole è
l’oscurità, il maschile ed il femminile, la ierogamia, la sacra unione tra
cielo e terra e, per questo, è simbolo delle unioni sacre.
Non manca l’uso dell’olio nella magia. Non vi è malocchio che non venga
“sciolto” senza una goccia di olio e non vi è incantesimo che non ne preveda
l’utilizzo.
Ma la grandezza e la sacralità dell’ulivo non si estingue con le
tradizioni e le leggende. Ogni nuovo oggetto ricavato dal suo tronco suscita
meraviglia e ogni nuova molitura dei suoi frutti perpetua il miracolo antico.
Nessun commento:
Posta un commento