Se ne parla poco ma è una questione di notevole importanza, a mio
modesto parere. Se non altro per il semplice fatto di tutelare i consumatori
che acquistano olio. Parlo della scadenza, o meglio, del tempo minimo di
conservazione (TMC) dell'olio da olive. Per quest’ultimo infatti non si parla
di scadenza ma di tempo minimo di conservazione, ovvero il tempo minimo entro
il quale il prodotto mantiene inalterate le proprietà chimico fisiche riportate
in etichetta. Sapete, non è detto che l'olio che acquistate sia necessariamente
dell'annata in corso e voi, probabilmente, non ve lo siete neppure mai chiesto.
In queste settimane vado curiosando, in particolare nei supermercati, gli oli
sullo scaffale e noto con apprensione che i consumatori guardano a malapena la
scadenza e a malapena (dove c'è) l'annata di produzione.
Potremmo quindi trovarci difronte a due oli prodotti nello stesso giorno ma con “scadenze” del tutto diverse,
questo perché magari uno è stato imbottigliato subito dopo aver franto le olive
e l’altro imbottigliato sei mesi dopo o più. Il problema è che entrambi gli oli
hanno subito lo stesso processo di deterioramento dovuto a processi ossidativi del
tutto naturali dovuti al trascorrere del tempo.
Esempio: olio prodotto il giorno 10 novembre 2015 e imbottigliato lo stesso
giorno, il 10 novembre 2015, dovrà essere consumato preferibilmente entro il 10
maggio 2017. Stesso olio, prodotto il 10 novembre 2015 e imbottigliato ad
esempio il 10 settembre 2016 dovrà essere consumato preferibilmente entro il 10
marzo 2018. Stesso olio.
Ora, diciamola tutta. Innanzitutto questo discorso vale sia per gli oli
prodotti da piccole aziende che per quelli prodotti dalle industrie olearie.
Diciamo anche che non ci dobbiamo preoccupare se consumiamo un olio che abbia
un’età superiore a 18 mesi, non si muore, ma è giusto che il consumatore abbia
la consapevolezza di ciò che acquista e di ciò che mangia. Se un olio “nasce”
di alta qualità, ad esempio con un alto numero di polifenoli e perossidi che
non superano i 10 – 12, avrà una durata maggiore e quindi anche se lo consumate
dopo un anno – conservandolo bene – noteremo ben poca differenza. Ancora una
cosa: per gli oli a denominazione di
origine (DOP
e IGP) l’indicazione dell’annata di produzione è obbligatoria e
pertanto c’è la sicurezza di consumare olio dell’annata in corso e questa è una
buona garanzia per il consumatore. Sarebbero da preferire.
di Vincenzo Nisio - tutti i diritti riservati
Beh, o sono una di quelle che la scadenza la guardo per ogni prodotto che la compro, ho fato abitudine e mi piace sapere anche perché magari se trovo un buon prodotto a un buon prezzo, mi compro qualcuno in più come scorta, in quanto siamo in 6 in famiglia, devo essere cauta a non rimanere sprovvista. Comunque è buono fare abitudine in questo, anche perché con il tempo, l'olio se non va mangiato non guardando la scadenza, cambia di gusto ed è un peccato ! Buon pomeriggio e buon proseguimento !
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